Upside Foods, azienda con sede in California specializzata nella produzione di carne coltivata, ha dichiarato di avere ufficialmente ricevuto l’approvazione normativa dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) per l’etichetta del suo pollo coltivato. Si tratta, complessivamente, della seconda azienda a stelle e strisce ad avere conseguito tale approvazione – l’altra, risalente ad appena una settimana fa, è la Good Meat -, ma con ogni probabilità non sarà affatto l’ultima: se in Italia l’opposizione a questo genere di prodotti è accesissima – anche se non sempre limpida -, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico la prima autorizzazione – anch’essa, coincidentalmente, concessa proprio a Upside – da parte della Food and Drug Administration (FDA) alla carne coltivata risale ormai allo scorso autunno.
Carne coltivata negli Stati Uniti e l’approvazione dell’USDA
“L‘approvazione da parte dell’USDA della nostra etichetta segna un importante passo avanti verso il nostro obiettivo di creare un sistema alimentare più umano e sostenibile”, ha dichiarato la dott.ssa Uma Valeti, CEO e fondatrice di Upside, riferendosi alla novità. È bene notare, tuttavia, che tanto la Upside Foods quanto la sopracitata Good Meat sono di fatto tuttora in attesa di una ispezione in lodo da parte degli ispettori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti – ultimo e obbligato passaggio del processo di approvazione normativa a cui seguirà, salvo imprevisti, l’approdo della carne coltivata di loro produzione sul mercato.
Come accennato in apertura di articolo Upside Foods si pone così in una posizione assolutamente pioneristica: dopo esser stata la prima azienda ad avere ricevuto il tanto agognato semaforo verde dalla Food and Drug Administration lo scorso novembre, con il pollice in su da parte dell’USDA il suo approdo ufficiale in supermercati e ristoranti pare ormai questione di tempo.
Ma mettiamo un po’ di puntini sulle i per dissipare la confusione – tanto per intenderci, nell’iter di approvazione della carne coltivata, la FDA si occupa di valutare se il prodotto è sicuro per il consumo umano, mentre l’USDA deve rivedere l’etichetta per la messa in consumo e, come anticipato, conduce le ispezioni delle strutture di produzione. Il doppio semaforo verde, lo diciamo tra parentesi, stride clamorosamente con l’allarmismo che invece pervade il dibattito italiano.
Stando a quanto lasciato trapelare, sia Good che Upside prevedono di lanciare prima il loro pollo coltivato, se approvato, nei ristoranti di fascia alta dove i consumatori sono tendenzialmente più propensi a tollerare il prezzo più alto della carne coltivata rispetto a quella convenzionale (e qui, ancora tra parentesi, via un altro mito – no, nessuno vi infilerà la carne coltivata nel piatto senza dirvi nulla).