Si chiama Uncommon, ma alcuni di voi potrebbero conoscerla con il suo vecchio nome di battaglia Higher Steak, ed è una start up con sede Cambridge che si avvale di una tecnologia già brevettata potenzialmente rivoluzionaria, che potrebbe permettere alla sua carne coltivata di essere venduta allo stesso prezzo di quella convenzionale. Una prospettiva importante, che aiuterebbe a scavalcare uno dei blocchi più severi all’entrata sul mercato dei prodotti in questione, e che non a caso ha attirato l’attenzione di diversi e importanti investitori: l’ultima cordata ha portato in cassa un tesoretto di 30 milioni di sterline, tra cui spicca soprattutto Balderton Capital, Lowercarbon Capital e il creatore di ChatGPT, Sam Altman, giunto già al suo secondo round di finanziamenti.
Carne coltivata: cos’ha di speciale la start up in cui sta investendo ChatGPT?
Quello della carne coltivata è un settore che si sta muovendo con l’entusiasmo frenetico tipico delle innovazioni di frontiera – almeno nel resto del mondo: dalle nostre parti, come senz’altro saprete, il settore è stato ucciso sul nascere da una fiera ma torbida opposizione -, ma che deve fare i conti con un futuro ancora ampiamente incerto per il semplice fatto che, attualmente, azzardare proiezioni sull’effettivo impatto sull’emergenza climatica – tanto per fare un esempio – significa scontrarsi con dati e fattori che ancora non abbiamo. In altre parole – l’entusiasmo pare giustificato, ma è ancora presto per passare alla dimensione della pratica.
Poi c’è la questione prezzo, naturalmente – ed è qui che Uncommon potrebbe inserirsi in una posizione di forte vantaggio. La novità della tecnica utilizzata è che, rispetto ad altre tecnologie, adotta un metodo rivoluzionario che sfrutta l’RNA, ossia la molecola che contiene le “istruzioni” che dirigono il meccanismo naturale delle cellule nella produzione di una proteina.
“Abbiamo aperto la strada a una strategia per produrre carne coltivata, che elimina il più grande fattore di costo del settore senza l’uso di ingegneria genetica” si legge nella presentazione aziendale di Uncommon. Parole importanti: in parole povere (e soprattutto semplici), la tecnologia in questione permette di isolare un piccolo campione di cellule da un animale adatto al consumo umano per poi convertirle e isolarle in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC).
Tali cellule, ottenute attraverso un processo noto come “riprogrammazione”, sono in grado di crescere indefinitamente. Il “pluripotenti” nel loro nome sta a significare che possono crescere in modo prolifico e trasformarsi in qualsiasi altro tipo di cellule: nel caso di Uncommon, le cellule vengono alimentate con una diversa miscela ottimizzata di nutrienti e molecole, che le guida lungo diversi percorsi biochimici fino a diventare adipociti e miociti (che costituiscono rispettivamente il tessuto adiposo e muscolare).
“Essendo l’unica carne coltivata che sfrutta le tecnologie dell’RNA” ha commentato a tal proposito la CEO e fondatrice di Uncommon, Benjamina Bollag “crediamo di avere un vantaggio competitivo che potrebbe aiutarci a diventare la più grande azienda proteica al mondo”.