“Legge inutile, ideologica e dannosa” – la sentenza del WWF sul ddl che andrebbe a vietare “la produzione e l’immissione sul mercato” della carne coltivata non lascia spazio ai dubbi. Non che ce ne fossero molti, a dire il vero, perlomeno tra chi di noi si è posto almeno una volta qualche domanda – di natura etica, di natura ambientale, di natura logistica, di natura economica – sulla effettiva sostenibilità e moralità del consumo di carne.
Sono molti i punti d’ombra della legge in questione, tanti da poterci costare, tra parentesi, una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. Nella sua analisi, pulita e puntuale, il WWF mette in luce contraddizioni e vuoti logici di una legge che, a oggi, rischia di squalificare il Paese nella corsa verso l’innovazione: diamoci un’occhiata.
La lettura del WWF sul divieto di carne coltivata
Inutile, ideologica e dannosa, abbiamo accennato in apertura di articolo: tre parole pesanti, ma spalleggiate da un ampio patrimonio di evidenza. Partiamo con il termine che potrebbe apparire più fuori luogo – “inutile”. La legge che vieta la produzione di carne coltivata è inutile perché a oggi tale prodotto non può essere commercializzato in Italia, spiega il WWF, “ma nel momento in cui l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ne dovesse autorizzare il consumo, non sarebbe comunque possibile vietarne la vendita neppure in Italia dal momento che a quel punto il nostro Paese non potrebbe opporsi alla sua importazione e distribuzione”.
Tanto semplice da fare quasi sorridere. Poi una stoccata all’influenza coldirettiana, palesemente forte su Francesco Lollobrigida: “Ideologica perché il Governo ha ritenuto di doversi adeguare alle richieste di Coldiretti – ormai il vero ministero dell’agricoltura italiano – e non seguire invece le indicazioni del mondo scientifico e degli organismi internazionali come l’OMS o la FAO secondo i quali la ricerca sulla carne coltivata è uno degli ambiti su cui necessario investire per avere, in futuro, proteine non ricavate da allevamenti intensivi”.
Dannosa, infine, “perché danneggia un intero settore, marginalizza la ricerca italiana, colpisce la possibilità di avere una produzione nazionale”. Già: la filiera italiana della carne coltivata, una filiera di potenziale eccellenza, è stata uccisa prima ancora che potesse muovere i primi passi.
Anziché mutilare il futuro, continua il WWF, il Governo dovrebbe più seriamente impegnarsi a ridurre gli impatti dell’attuale agroindustria fatta di allevamenti intensivi e agricoltura basata sui pesticidi (quelli sì, già accertati)”. La conclusione altro non è che un unire i puntini: “l legislatore oggi ha scelto di promulgare una legge elettorale e il deprimente show di cui si è reso protagonista il Presidente di Coldiretti con la sua claque davanti al Parlamento ne è la prova più evidente”.