Carlsberg rifiuta qualsiasi trattativa con la Russia dopo il “furto” del loro birrificio

Un po' capiamo Carlsberg: dopo il "furto" del suo birrificio in Russia adesso si rifiuta di trattare con il paese di Putin a qualsiasi livello

Carlsberg rifiuta qualsiasi trattativa con la Russia dopo il “furto” del loro birrificio

Non possiamo certo dare torto a Carlsberg se ora si rifiuta di avere a che fare a qualsiasi titolo con la Russia: prima lo scoppio della guerra con l’Ucraina, poi l’azienda che decide di cedere le sue attività in Russia (come fatto da tante altre grandi aziende, fra l’altro), riesce a trovare un acquirente, avvia le trattative e poi arriva il governo russo che letteralmente gli ruba il birrificio (pardon, “prende in gestione”). Ci sta che adesso Carslberg rifiuti qualsiasi trattativa con la Russia, il “furto” del loro birrificio è qualcosa di difficile da digerire.

Carlsberg e quel “No” alle trattative con la Russia

Carlsberg birra

Jacob Aarup-Andersen, il CEO di Carlsberg, è stato perentorio. Durante una telefonato con i giornalisti in merito all’aggiornamento trimestrale sul trading, dove ha parlato di una crescita in un “ambiente stimolante”, ecco che ha dichiarato che la sua azienda non avvierà nessunissima trattativa con la Russia per quanto riguarda le sue precedenti attività nel paese di Putin.

Anche perché la Russia avrebbe un bel coraggio a chiedergli di sedersi al tavolo delle trattative dopo che gli ha letteralmente rubato il birrificio. Tutto è accaduto l’anno scorso, quando la Russia ha invaso l’Ucraina con l’ovvia conseguenza che molte aziende occidentali hanno deciso di abbandonare il paese.

Fra di esse c’era pure Carslberg, la quale aveva tentato di cedere il suo birrificio Baltika. Carlsberg, nel mese di giugno di quest’anno, era anche riuscito a trovare un acquirente e aveva annunciato formalmente i piani di cessione.

Cees’t Hart, amministratore delegato di Carlsberg, all’epoca aveva parlato di questa vendita come di un “lungo processo”. C’erano state critiche a non finire per via delle lunghe tempistiche che ci erano voluto per l’azienda per vendere le sue attività in Russia, ma l’AD aveva spiegato che era stato necessario riuscire a raggiungere la miglior soluzione possibile per tutte le parti interessante, tutelando i loro 8mila e più dipendenti in Russia.

L’azienda stava dunque attendendo l’approvazione della Commissione governativa russa per questa cessione, quando, di punto in bianco, ecco che lo Stato ha deciso arbitrariamente di prendere il controllo delle azioni del birrificio locale ancora di proprietà di Carlsberg (e nello stesso periodo hanno preso il controllo anche delle attività della Danone).

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All’epoca Carlsberg, tramite una dichiarazione stampa, aveva affermato di non aver ricevuto alcuna “informazione ufficiale da parte delle autorità russe per quanto riguardava quel decreto presidenziale o alle eventuali conseguenze per Baltika Breweires”.

E adesso il CEO è stato chiaro: non c’è alcun modo di aggirare il fatto che hanno “rubato” la loro attività in Russia e non aiuteranno di sicuro in alcun modo la Russia a fare sembrare legittima questa manovra. Anzi: ha specificato in maniera chiara e inequivocabile che non si siederanno a nessuno tavolo delle trattative con il governo russo e non parteciperanno a nessuna transazione che possa in qualsiasi modo giustificare “l’acquisizione illegale” della loro attività.

Il che ci sta: prima mi rubi il birrificio e poi mi chiedi di trovare un accordo per far sembrare questo furto qualcosa di legale? Ma anche no, grazie.

E il birrificio, in tutto ciò? Beh, pare che abbia concluso degli accordi di licenza per i suoi marchi in Russia in modo da poter vendere i prodotti Carlsberg tramite Baltika. Solo che il CEO ha ammesso che, ovviamente, giunti a questo punto, non possono assolutamente garantire che Baltika produrrà davvero prodotti Carlsberg.