Carlsberg ha trovato l’accordo per vendere le sue attività in Russia

Carlsberg ha infine trovato un accordo per la vendita delle sue attività in Russia: i dettagli, tuttavia, sono piuttosto rarefatti.

Carlsberg ha trovato l’accordo per vendere le sue attività in Russia

A un anno circa dal cosiddetto semaforo rosso ecco arrivare l’accordo ufficiale per la vendita. Ci stiamo riferendo a quanto recentemente annunciato da Carlsberg, famoso produttore di birra con base in Danimarca, che nella giornata di venerdì scorso – il 23 di giugno, tanto per intenderci – ha dichiarato di avere firmato un accordo per la vendita delle sue attività commerciali situate in Russia. Si tratta di una notizia che, per forza di cose, necessità di un breve riassunto (con tanto di piccolo salto temporale): siamo nel marzo del 2022, e Mosca ha iniziato da una manciata di settimane la sua invasione della vicina Ucraina.

Carlsberg vende in Russia: tutti i dettagli dell’accordo

carlsberg

Carlsberg si accoda all’esodo di multinazionali e marchi occidentali che, in segno di solidarietà, abbandonano o scelgono di interrompere le proprie attività commerciali in Russia. C’è chi fondamentalmente decide di chiudere i rubinetti, c’è chi cerca di tenerli almeno parzialmente aperti nel nome della sicurezza alimentare, c’è chi ritarda a dare notizie di sé e viene “convinto” da minacce di boicottaggio e altre proteste, c’è perfino chi – dopo un lungo tira e molla – decide di metterci una pietra sopra in maniera definitiva, vendere le proprie attività nel territorio russo e permettere a qualcun altro – un imprenditore o un’azienda locale, tanto per fare un esempio – di prendere il proprio posto e offrire un’illusione di continuità. È il caso di McDonald’s, giusto per intenderci.

Mondelez: il produttore di Oreo è a rischio boicottaggio per i suoi affari in Russia Mondelez: il produttore di Oreo è a rischio boicottaggio per i suoi affari in Russia

Ecco, Carlsberg si era “limitata” a interrompere a tempo indeterminato le vendite della sua birra in Russia e a cessare le proprie campagne pubblicitarie. La cosiddetta “pietra sopra”, come l’abbiamo chiamata una manciata di righe fa, arriva a circa un anno di distanza – nei giorni nostri, per l’appunto. È bene notare che i dettagli circa l’accordo di vendita – che è attualmente soggetto a un’ampia revisione normativa da parte delle autorità moscovite – sono però pochi e tendenzialmente rarefatti.

Carlsberg, in altre parole, ha preferito non divulgare né la cifra pattuita per la vendita né l’identità dell’acquirente, con un portavoce dell’azienda danese che, come giustificazione, ha citato il sopracitato processo di approvazione dell’accordo in corso da parte delle autorità russe. La questione, in ogni caso, pare ormai legata a una semplice formalità prima della sua conclusione – tanto che la stessa Carlsberg si è già sbilanciata nell’affermare che la vendita delle attività in Russia non avrà alcun impatto sulle aspettative di utili per l’anno in corso.

“La firma di un accordo per la vendita dell’attività russa è una pietra miliare molto importante nel complesso processo di separazione e vendita”, ha dichiarato il CEO di Carlsberg Cees ‘t Hart in una nota. “Sebbene sia stato un processo lungo, è stato importante per noi raggiungere la migliore soluzione possibile per tutte le parti interessate, compresi i nostri oltre 8.000 dipendenti in Russia“.