Carlo Cracco è conosciuto in primis per le sue doti culinarie, ma la sua vera passione è in realtà il vino, tanto che, quando lavorava a Firenze nell’Enoteca Pinchiorri, entrò nel locale inghiottito da un incendio per salvare quante più bottiglie possibile. Le fiamme – stando al racconto dello chef – distrussero 25 mila bottiglie.
L’eroismo di Cracco, tuttavia, riuscì a mettere in salvo etichette importanti come una magnum di Montervertine, Le Pergole Torte del 1981, tanto che lo stesso Giorgio Pinchiorri gliela regalò per ringraziarlo del suo gesto. Lo chef ha raccontato il simpatico aneddoto ai microfoni del Corriere della Sera, in occasione dell’apertura di un wine club esclusivo nella sua cantina a Sant’Arcangelo di Romagna, nella tenuta Vistamare. E la passeggiata nel viale dei ricordi, per rivivere come è iniziata quella passione, è inevitabile: “Ho fatto il primo corso di sommelier a 20 anni con Giuseppe Vaccarini. Durante le lezioni mi maltrattavano, ma poi l’esame l’ho passato lo stesso, nel 1987, quando lavoravo da Gualtiero Marchesi”, racconta ancora Carlo Cracco. “Mi dicevano che ero un cuoco e dovevo fare il cuoco e stop. Ma avevo, e ho ancora, una vera passione per il vino. Se fossi stato astemio sarei ricchissimo. I primi soldi che ho guadagnato li ho usati per comprare vino, lo mettevo via e mi sono ritrovato con migliaia di bottiglie, accumulate grazie ai risparmi, poche per volta. Non lo bevevo anche perché lavoravo come un matto, non ce l’avrei fatta”.