Carlo Cracco non le manda certo a dire: secondo il celebre chef, meglio chiudere il ristorante che usare il plexiglass. All’ex giudice di MasterChef l’idea di far mangiare i suoi commensali separati da barriere in plastica proprio non piace: preferisce stare chiuso che lavorare in simili condizioni.
Carlo Cracco è intervenuto sulla questione durante un’intervista telefonica alla trasmissione “Un giorno da pecora” su Radio Rai. Con la consueta ironia, Cracco ha garbatamente spiegato che piuttosto che usare il plexiglass, lui preferisce chiudere il ristorante.
Ha poi ammesso che, in realtà, il suo ristorante si sta attrezzando per poter riaprire in sicurezza quando la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus inizierà. Fra le mosse prese in esame dallo chef c’è anche quella di effettuare tamponi a tutti i dipendenti del locale, in modo da tutelare ulteriormente la salute dei clienti. Proprio a proposito dei tamponi, sottolinea un aspetto fondamentale della questione: esattamente come con gli esami del sangue, non è che uno fa un tampone una volta ed è a posto per tutta la vita. Soprattutto se si lavora a contatto col pubblico, è necessario entrare nell’ottica di idee che i tamponi andranno ripetuti.
Secondo Cracco, il focus della questione non è tanto quello delle distanze, ma quello di lavorare in sicurezza garantendo la fruibilità effettiva del servizio. I ristoranti hanno l’obbligo non solo di garantire la salubrità dei cibi offerti, ma anche la sicurezza di tutti, clienti e dipendenti compresi.