C’è chi prende il Dry January come una challenge divertente. C’è chi invece ne fa una questione molto seria, tanto da sconfessare un passato decisamente alcolico. Carla Bruni, l’ex top model, cantante, first lady e imprenditrice, si è buttata sulla seconda opzione. È di questi giorni infatti il lancio del suo primo vino dealcolato. Il nome L’Excessive è l’omaggio a una vita di eccessi che oggi, ci auguriamo, siano finalmente sopiti.
Carla Bruni, l’excessive
Spesso, quando si pensa a Carlà, viene in mente questa foto di repertorio. Giovane, bellissima, fasciata in un corpetto animalier di Versace quando ancora Gianni era in vita. Ma soprattutto con quell’espressione fra l’innocente e lo sfacciato, e l’immancabile combo di sigaretta e bicchiere di vino tra le mani. Ecco, noi ci ricordiamo di quella Carla Bruni, che meno di un anno fa a Belve, di fronte al microfono impietoso della Fagnani, ripercorreva un passato di dipendenze. L’alcol, ça va sans dire, era una di queste.
L’Excessive parla proprio di questo, e attenzione ancora non ci riferiamo al vino. Prima di essere l’etichetta di una bottiglia infatti, è stato il titolo di una canzone. La seconda vita di Carla Bruni infatti è stata quella di cantante, voce quasi sospirata e chitarra acustica come unico strumento. Il suo album d’esordio Quelqu’un m’a dit del 2002 la contiene insieme ad altri successi. L’Excessive (anche a detta del marito Nicholas Sarkozy) è Carla: parla di una ragazza che non sa cosa sia la moderazione, concetto ribadito e confermato nel programma di Fagnani.
Carla Bruni, l’imprenditrice
I tempi cambiano: si invecchia, pardon, si matura, soprattutto nel caso di una modella e di un vino. A proposito di bottiglie infatti, la Bruni non è per nulla una novizia nel campo. Nel 2019 infatti ha acquistato Château d’Estoublon, insieme al marito e ai navigatissimi soci Stéphane Courbit e Jean-Guillame Pras. La proprietà provenzale del Diciottesimo secolo, oggi cantina vinicola e oleica, da qualche tempo sforna delicati rosati e vivaci bollicine a firma Carla Bruni.
La prima creazione è stata anche il suo successo più duraturo (almeno sul mercato). Roseblood, cuvée “fiorita ed elegante” dal blend tipicamente provenzale: grenache, syrah, cinsault, rolle in versione rosé e bianco. Ma, come dicevamo, i tempi (e i trend) cambiano. Se ti chiami Carla Bruni e fai l’imprenditrice un occhio in giro ce lo butti, e ti accorgi che oggi il mercato chiede alternative. Da qui (e da una ritrovata morigeratezza) nasce l’idea del vino senza alcol.
Il nuovo vino dealcolato
L’Excessive è stato presentato lo scorso 9 gennaio nella splendida e opulenta cornice degli Champs Elysées. Si tratta di uno spumante, disponibile in versione rosé e bianco, da uve moscato e merlot. Il costo si aggira sui 29 euro (tocca aggiungerci eventuali ricarichi di importazione), decisamente pas excessif. Oltre al lancio fisico, non poteva mancare quello social. La caption approfitta del periodo Dry January per ricordare: “Approfittiamo del mese di gennaio per gustarci la vita senza alcol cari amici!”.
Bruni ha raccontato della svolta sobria al magazine francese Gala. L’idea nasce da quella “gioia artificiale” provocata dall’alcol, spesso quasi imposto dalle occasioni sociali. Perché allora non provare a creare una bevanda che favorisca la partecipazione, quella vera e presente? L’eccesso le è appartenuto fin troppo, continua Bruni su Gala. E visto che anche suo marito è praticamente astemio, era ora di creare qualcosa di cui potessero finalmente godere insieme. E nel frattempo, accaparrarsi una fetta di mercato crescente e in espansione.