Eppure avrebbe dovuto saperlo, un giornale autorevole come il New York Times, che l’argomento pasta (e in particolare carbonara) in Italia è sacro.
Non è un modo di dire, sia chiaro. Qui in Italia, quando parliamo di cose serie, sappiamo tutti che ci sono poche cose su cui non si può proprio scherzare, e sopra a tutto, fra queste, ci sono il calcio, la mamma e la pastasciutta.
Così, non c’è da stupirsi che ora tutto il Lazio sia in rivolta, sui social e sul web, nei confronti di una delle testate più autorevoli del mondo, che ha ingenuamente proposto ai suoi lettori – udite udite – una “Smoky Tomato Carbonara”, una carbonara al pomodoro, in cui la sensazione “smoky”, ovvero l’affumicato – udite udite, di nuovo – è data da una variante che fa accapponare la pelle a qualsiasi cultore del piatto, ovvero la sostituzione del guanciale con il bacon.
Che poi, ammettiamolo, chiunque di noi, una volta nella vita, ha fatto una carbonara con la pancetta, trovandosela lì bell’è pronta nel frigo: ma da qui a scriverlo in una ricetta, senza il rischio di essere linciati per tutta Roma, ce ne passa.
“I pomodori non sono tradizionali nella carbonara”, ammettono quelli del New York Times descrivendo la ricetta, “ma danno un sapore brillante al piatto”.
Ebbene, che ci crediate o no, i Romani una cosa del genere la prendono come un insulto, come se si dicesse loro che con il loro piatto simbolo non sono stati sufficientemente brillanti.insomma, New York Times, la prossima volta che vi va di essere legittimamente brillanti in cucina, siatelo: il bello della pasta è proprio che si può condire con quel che più ci piace. Ma per favore, non chiamatela carbonara.