Capodanno (e prima ancora Natale) doveva essere l’occasione della grande ripresa per i settori più colpiti dalla pandemia come la ristorazione o l’intrattenimento, e se pur è vero che c’è stato un grande miglioramento rispetto alle chiusure dello scorso anno, l’impennata dei contagi degli ultimi giorni hanno l’effetto di moltiplicare le disdette e, di conseguenza, lasciare i tavoli vuoti.
Insomma, Capodanno sta prendendo (o forse ha già preso) una brutta piega, che ha un sapore particolarmente amaro specialmente quando si dà uno sguardo ai dati raccolti dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio prima di Natale, che prevedevano 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l’anno nuovo al ristorante. Una ripresa che sarebbe stata favorita anche da una riduzione dei prezzi medi rispetto a quelli del 2019, con 78 euro in media per il cenone (contro gli 80 del 2019) e 90 per il pacchetto cena, brindisi e musica (nel 2019 erano 105).
In pochi giorni, tuttavia, la situazione è precipitata, e Fipe lancia l’allarme: “Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto, anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato fino solo a pochi giorni fa. Ci sono locali che in 3 giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle”, si legge in una nota. “. Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione”.