Torniamo a parlare di canapa perché al momento il ministero dell’Agricoltura è al lavoro per regolarizzare la Cannabis sativa. Il 4 febbraio, infatti, si insedierà ufficialmente il tavolo di filiera di coltivazione della canapa industriale per cercare di regolamentare un settore che in soli 5 anni ha aumentato di dieci volte i terreni coltivati a Cannabis sativa, fino ad arrivare a 4mila ettari.
Il tavolo in questione è stato istituito lo scorso 17 dicembre presso il Ministero delle Politiche Agricole, grazie anche al lavoro del sottosegretario Giuseppe L’Abbate. Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ha spiegato che è necessario un intervento legislativo per regolamentare il settore che commercializza i derivati della Cannabis sativa, il tutto rispettando i principi costituzionali e le leggi in materia.
Si parla di un giro di affari di più di 40 milioni di euro per quanto riguarda la coltivazione e la vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di Thc, il principio psicotropo vero e proprio. Grazie anche alla legge regionale del 2017, in Puglia i terreni destinati alla canapa si sono moltiplicati. Senza parlare poi delle idee nate per utilizzare tale canapa: birra, liquore, ricotta, oli antinfiammatori, eco-mattoni isolanti, tisane, pasta, biscotti, taralli, cosmetici, vernici, cere, detersivi, saponi, carta, imballaggi e anche pellet per il riscaldamento.
In realtà fino agli anni Quaranta la coltivazione della canapa era ben diffusa in Italia: eravamo i secondi produttori al mondo di canapa, secondi solo all’Unione Sovietica. Tuttavia a causa della diffusione delle fibre sintetiche e delle campagne internazionali contro gli stupefacenti, ecco che progressivamente le piantagioni di canapa vennero eliminate.