È vero, Campari ha accusato una flessione in borsa (del 4,33% a essere esatti), ma a dirla tutta è una semplice conseguenza agli ottimi risultati inanellati nel corso del terzo trimestre del 202 che hanno fatto raggiungere alla compagnia i massimi storici.
Campari può, a rigor del vero, vantare una crescita organica del 24% rispetto al corrispondente periodo del 2019, prima che scoppiasse la pandemia, mentre l’utile pretasse ha registrato un progresso tendenziale del 79,4% e le vendite nette sono migliorare del 12,8%. Che l’arrivo del Covid e le lunghe giornate passate forzatamente in casa abbiano risvegliato la parte un po’ più alcolizzata di noi stessi? L’amministratore delegato di campari Bob Kunze-Concewitz, dopotutto, indica proprio un “trend sostenuto dei consumi a casa” tra le cause di questa crescita.
Tuttavia, se la svalutazione in borsa è legata a un semplice caso di sell on news, dove gli investitori hanno venduto appena i titoli in questione avevano acquistato valore notevole, il futuro per i consumatori Campari potrebbe comunque portare brutte nuove. Kunze-Concewitz, infatti ha rivelato “una strategia d’aumento dei prezzi piuttosto ambiziosa per il prossimo anno”, legata chiaramente al rincaro delle materie prime e all’aumento dei costi di trasporto ed energia.