Campari finisce nel mirino della Guardia di Finanza per presunta evasione da un miliardo di euro

Il gruppo Campari è rimasto coinvolto in un'indagine della Procura di Milano che contesta una presunta evasione fiscale: vediamo tutti i dettagli.

Campari finisce nel mirino della Guardia di Finanza per presunta evasione da un miliardo di euro

Ve la facciamo breve – il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza ha inoltrato all’Agenzia delle Entrate il risultato di un’indagine di natura fiscale su di Lagfin Italian Branch, holding lussemburghese che di fatto controlla la maggioranza del gruppo Campari. L’oggetto? Un’omessa dichiarazione da oltre un miliardo di euro su di una base imponibile di circa cinque miliardi.

Stando a quanto lasciato trapelare fino a ora le indagini avrebbero coinvolto due tra responsabili e legali rappresentanti della holding in questione, con il fascicolo che pesa delle ipotesi di omessa dichiarazione dei redditi e omesso versamento delle imposte esacerbate da una presunta “stabile organizzazione occulta”.

Cosa rischia Campari?

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Secondo quanto riportato dai colleghi dell’ANSA il perno della vicenda sarebbe da ricondurre al mancato versamento della cosiddetta exit tax dovuta a un’operazione di fusione transfrontaliera tra Alicros, la precedente holding del gruppo fondato nel 1860, e la sopracitata Lagfin a cui è stata già affiancata la filiale italiana.

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Al netto del “legalese” più stretto, la vicenda è in realtà piuttosto semplice: la contestazione delle autorità è quella di non avere saldato i conti con il fisco. La Guardia di Finanza avrebbe, come accennato in apertura di articolo, trasmesso all’Agenzia delle Entrate e alla Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, gli esiti di una verifica fiscale iniziata nel 2019. La Procura, sulla base di tali esiti, ha aperto un’inchiesta sulla presunta evasione fiscale.

L’ipotesi accusatoria, dicevamo, vede il mancato versamento delle imposte per gli anni compresi tra il 2018 e il 2020 per un importo complessivo che supera il miliardo di euro. A questo punto i legali del gruppo hanno a loro disposizione sessanta giorni di tempo per presentare le loro controdeduzioni, in seguito alle quali scatteranno le contestazioni con accertamento.

Vale la pena notare che oltre al fronte tributario c’è da valutare, in maniera parallela, il profilo di carattere penale, che andrà tuttavia a tenere conto di un’eventuale transazione con il fisco. Le società coinvolte, nel frattempo, hanno rilasciato note stampa per professare la propria innocenza.

Lagfin, ad esempio, ha dichiarato “la propria assoluta serenità rispetto a ogni eventuale contestazione” e di avere “sempre adempiuto con il massimo scrupolo ai propri obblighi tributari in tutte le giurisdizioni in cui opera”; mentre il Campari Group ha precisato che “né Davide Campari-Milano N.V. né alcuna delle sue società controllate sono oggetto di indagine da parte delle autorità. Non è di conseguenza previsto alcun impatto per Davide Campari-Milano N.V. né per alcuna delle sue società”.