Campari brinda ai primi nove mesi del 2022, chiudendoli con un utile in crescita netta del 40,8% su base annua. Un performance più che positiva che, di fatto, trova una risonanza importante anche nell’ammontare delle vendite nette, che si attestano sui 2.005,7 milioni con una variazione totale pari al +27,3%; e soprattutto accompagnata da una crescita organica in tutti i suoi mercati chiave: dai rapporti emessi dalla stessa azienda, infatti, è possibile apprendere che Aperol ha messo a segno sviluppi importanti in Italia (+25,5%), Germania (+35,4%), Stati Uniti (+56,7%), Spagna (+100,8%), Francia (+29,4%) e Regno Unito (+21,6%); mentre Campari ha registrato una crescita forte del 29,9% trainata soprattutto dal nostro caro vecchio Stivale (+34,1%) nonostante le evidenti tensioni inflazionistiche che caratterizzano il mercato.
“Guardando al resto del 2022, rimaniamo fiduciosi sulla dinamica positiva del business con la sovra performance dei nostri marchi chiave rispetto ai mercati di riferimento grazie alla forza dei brand” ha commentato a tal proposito il ceo Bob Kunze-Concewitz. “Dal punto di vista degli ordini di vendita, ci aspettiamo una normalizzazione del trend di crescita nell’ultimo trimestre che riflette il mix di vendita stagionale nonché le sfide a livello di supply chain in aree selezionate”.
Pensare che l’exploit del Gruppo Campari sia un proverbiale fulmine a ciel sereno, tuttavia, significa essersi persi importanti persi del puzzle di crescita: solamente quest’estate, infatti, la società ha chiuso due importanti accordi di acquisizione con il brand Del Professore, celebre per il vermouth, e Howler Head Bourbon Whiskey.