La California ha deciso di vietare la pesca del salmone lungo l’intera sua costa. Il motivo, in realtà, è piuttosto semplice: nonostante la recente abbondanza di precipitazioni, la morsa della siccità ha causato danni troppo ingenti alla popolazione locale di questa specie ittica. A onore del vero i fiumi sulla terraferma sono in piena, colmi di acque ruggenti, ma le conseguenze della crisi idrica, come accennato, continuano a farsi sentire: basti pensare che l’anno scorso gli esperti prevedevano un totale di 196 mila pesci adulti tornare nelle acque del fiume Sacramento per deporre le uova, ma appena in 60 mila si sono presentati all’appuntamento.
Il divieto alla pesca del salmone e la chiave della siccità: la situazione in California
Le previsioni per l’anno corrente e il futuro prossimo, per di più, non sembrano particolarmente incoraggianti. “Il numero di giovani salmoni nel 2022 era davvero basso” ha spiegato a tal proposito John McManus, presidente della Golden State Salmon Association. “Si tratta di un numero che viene utilizzato per redigere le stime circa i numeri di salmoni adulti che poi, durante l’anno, abiteranno l’oceano”.
È bene notare che non si tratta della prima volta che le autorità governative californiane ritengono opportuno intervenire per salvaguardare la popolazione di salmoni: il Department of Fish and Wildlife adottò la stessa identica misura anche nel 2008/2009, altro periodo macchiato da una prolungata crisi idrica.
La lettura degli enti gestori, in altre parole, è tanto semplice quanto inquietante: “Non ci sono abbastanza salmoni nell’oceano” ha spiegato ancora McManus. O almeno, non abbastanza da garantire che, alla fine della stagione, rimangano degli esemplari adulti in grado di risalire il fiume e riprodursi.
L’impatto sul settore, naturalmente, è immediato. “È devastante” ha commentato Jared Davis, capitano della Salty Lady. “Questo è più di un semplice problema di reddito per me. È l’incapacità di fare ciò che amo. Quindi, a livello finanziario e personale, è devastante”. Le difficoltà non riguardano solamente i pescatori, ma anche diverse altre figure che popolano la filiera; come i negozi che si occupano della vendita di esche, carburante e attrezzatura da pesca o le officine che vendono e riparano le barche.
All’Outdoor Pro Shop della cittadina costiera di Cotati, ad esempio, circa il 40% delle vendite complessiva riguarda, in un modo o in un altro, la pesca al salmone. “Ci saranno cambiamenti drastici, tagli” ha commentato il vicepresidente Tim Elie. ” Ho più di 20 dipendenti, e devo pagare loro un salario dignitoso; quindi dovrò fare meno ordini e avere meno prodotti disponibili. L’impatto del divieto alla pesca si sentirà per molto tempo”.