In Calabria sta facendo discutere il bar che vieta l’ingresso ai “nordisti”, ma non ai cani. Dopo l’indignazione per il cartello di Siena che ironizza su mascherine e Amuchina, adesso è il turno del Bar Cardamone di Soveria Mannelli che ha affisso un cartello dove vieta l’ingresso ai “nordisti” (Ne entry nordisti), ma consente l’accesso ai cani (il classico Io posso entrare con foto di cagnolino).
Forse conoscete Soveria Mannelli in provincia di Catanzaro perché è un piccolo paesino che non arriva ai tremila abitanti e che è diventato famoso tempo fa perché era il Comune più informatizzato d’Italia. Qui si trova il Bar Cardamone che, di punto in bianco, ha deciso di appendere questo cartello “razzista”. I due cartelli non lasciano adito a dubbi, anche perché sono collocati uno sopra l’altro: quello in alto vieta l’ingresso ai settentrionali e in generale a chi arriva da Nord (l’altra ipotesi è che con “nordisti” intendesse uno dei due schieramenti avversi della Guerra di Secessione americana, ma ne dubitiamo fortemente). Quello in basso consente l’accesso ai cani.
Lo stesso titolare del bar, Santo Cardamone, ha spiegato la genesi di questo cartello. I compaesani rientrano dal Nord e girano liberamente per il Paese, il che per lui è una follia in quanto la Calabria, anche come strutture sanitarie, non è attrezzata come il nord per reggere un’epidemia da Coronavirus. Se avventori del Nord entrassero nel locale, sarebbero costretti a chiudere e quindi è meglio che non entrino per niente.
Ovviamente non tutti sono concordi con la scelta di appendere un cartello con un messaggio del genere. C’è chi si chiede come faccia a sapere chi è rientrato dal Nord, mentre altri, al contrario, sostengono che in un paese così piccolo ci si conosce tutti e quindi se si è a conoscenza di qualcuno rientrato dal Nord che non si è messo in quarantena, ecco che va denunciato.
A mitigare i toni è poi Angela Cardamone che ha spiegato che il messaggio non si riferisce a tutti i cittadini settentrionali, ma solo a quei soveritani che sono tornati dal Nord in barba all’emergenza Coronavirus.