Nestlé ha annunciato di volere investire nel cosiddetto Nescafè Plan 2030 una cifra superiore al miliardo di franchi, con l’obiettivo di rendere più sostenibile la coltivazione del caffè: tra le varie strade per arrivare a questo traguardo, il colosso dell’alimentare ha individuato come principali linee guida il miglioramento delle condizioni di vita e delle competenze delle comunità agricole, la riduzione delle emissioni (che è un po’ come dire la barbabietola da zucchero nell’interrogazione di geografia – ci azzecca sempre) e soprattutto l’agricoltura rigenerativa.
Quest’ultima in particolare rappresenta un approccio che punta a migliorare notevolmente la salute e la fertilità del suolo nonché a tutelarne le risorse idriche e la biodiversità: fortificando in questo modo i suoli dedicati alla coltura è possibile accrescere il grado di resistenza all’impatto dei cambiamenti climatici e a eventuali tagli produttivi. Allo stesso tempo Nestlé, come accennato, ha intenzione di fornire agli agricoltori formazione, assistenza tecnica e piantine di caffè ad alto rendimento così da aiutarli nella transizione verso la coltivazione rigenerativa. È importante notare, dopotutto, che da qui al 2050 si stima che le aree adatte a questa particolare coltivazione di ridurranno addirittura del 50% proprio a causa dell’aumento delle temperature – una sentenza che ormai pare inevitabile e contro la quale è opportuno preparare strategie concrete e funzionanti.
“In qualità di marchio di caffè leader nel mondo, Nescafé mira ad avere un impatto concreto sulla coltivazione del caffè a livello globale” ha affermato a tal proposito Philipp Navratil, Head of Nestlé’s Coffee Strategic Business Unit. “Vogliamo che i coltivatori di caffè prosperino tanto quanto vogliamo che il caffè abbia un impatto positivo sull’ambiente. Le nostre azioni possono contribuire a guidare il cambiamento dell’intera industria del caffè”.