Secondo uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Plos One, ecco che il cambiamento climatico potrebbe mettere a rischio la coltivazione del caffè Arabica nel corso dei prossimi anni.
Secondo lo studio, le condizioni di coltivazione del caffè cambieranno entro il 2050. Il caffè Arabica (fra l’altro è quello utilizzato da Starbucks) è già difficile da produrre di suo: le piante per prosperare richiedono condizioni ben specifiche. Attualmente, le aree più adatte alla sua coltivazione sono quelle dell’America centrale e meridionale, con particolare riferimento al Brasile, l’Africa centrale e occidentale e alcune zone dell’Asia meridionale e sudorientale.
Tuttavia nel corso dei prossimi 28 anni, l’impatto previsto causato dal cambiamento climatico in quelle zone le renderanno meno adatte alla coltivazione della pianta del caffè. Le temperature sempre più elevate in queste zone, infatti, le renderanno progressivamente sempre meno adatte alla coltivazione del caffè.
Viceversa, per anacardi e avocado, l’aumento delle temperature potrebbe creare nuovi ambienti di crescita idonei in alcune aree.
Questo vuol dire che sarà necessario sviluppare nuove varietà capaci di adattarsi alle nuove condizioni. Per il caffè potrebbe significare passare al caffè Robusta, proveniente da piante più resistenti, ma che producono chicchi considerati di qualità inferiore rispetto all’Arabica. Alcune aziende stanno già lavorando in tale direzione. Per esempio Starbucks sta distribuendo agli agricoltori varietà di caffè resistenti al clima.
Il tutto con l’aumento dei prezzi del caffè che già si fa sentire adesso a causa del maltempo, della siccità e delle insolite gelate in Brasile. I prezzi al dettaglio del caffè negli Stati Uniti lo scorso anno sono cresciuti del 6,3%. Aziende come Starbucks solitamente comprano il caffè con largo anticipo a prezzi fissi, ma prima o poi l’aumento delle materie prime colpirà anche i consumatori.