Dal 1° luglio il Giappone riprende la caccia alle balene, con cinque navi da pesca che salperanno dalle isole di Hokkaido e Ayukawa, nel Nord del Giappone, per cacciare il prezioso mammifero.
Dopo trentatré anni, così, il Giappone riprende la caccia alle balene, dopo che sei mesi fa il Paese aveva di uscire dall’International Whaling Commission, che aveva respinto la riapertura della caccia.
In Giappone la caccia alle balene è una lunga tradizione, e – come riporta La Stampa – negli anni Sessanta nel Paese si consumavano 200.000 tonnellate di carne di balena l’anno.
A nulla è valsa la petizione firmata da ambientalisti e VIP dello spettacolo contro la riapertura della caccia alle balene, una richiesta che ha fatto appello ai leader politici riuniti a Osaka per il G20: al momento la situazione non è cambiata e il primo luglio le navi giapponesi saranno autorizzate a riprendere la caccia nelle acque costiere, appoggiate anche dal premier giapponese Shinzo Abe, che si è sempre dichiarato a favore della tradizionale caccia alle balene.
Nello stesso periodo, invece, l’Islanda non caccerà le balene, per la prima volta da diciassette anni. Nel 2003 infatti il Paese decise di riprendere l’abitudine alla caccia, violando la moratoria del 1986 della Commissione internazionale per la caccia alle balene. Nel 2018 sono state uccise 145 balenottere comuni e sei balene minke, secondo i dati ufficiali, cifre che comunque restano nelle quote massime annuali fissate dalle autorità (209 per le balenottere comuni e 217 per le balene minke). Ma è stata l’ultima caccia (almeno per ora): nel 2019, infatti, la mattanza delle balene è sospesa.
[Fonte: La Stampa]