Mangiare cacao potrebbe aiutarvi a tenere lontano lo spettro dell‘invecchiamento della mente – ma riempire il carrello della spesa di cioccolato non è una buona idea (a meno che il vostro piano non sia quello di farvi venire il mal di pancia, chiaro). Secondo un nuovo studio, infatti, l’aggiunta di flavanoli – composti antiossidanti presenti in alimenti come tè verde, mele, frutti di bosco e naturalmente il cacao – alla propria dieta potrebbe aiutare a rallentare e possibilmente migliorare il declino della mente legato all’invecchiamento. Attenzione, però: con “declino mentale” non si intendono malattie come l’Alzheimer o altre demenze, ma la semplice condizione di “confusione” che influisce su elementi come la velocità di pensiero, la capacità di mantenere l’attenzione e la facilità di ricerca delle parole.
Cacao per tenere la mente giovane: i risultati dello studio
È bene notare, prima di discutere i dettagli, che lo studio in questione è di fatto parte di una più ampia e nota ricerca condotta nel marzo del 2022 su oltre 21 mila adulti di età superiore ai 60 anni. Tale nuovo studio ha preso in esame 3.562 adulti dividendoli in due gruppi – il primo ha assunto una pillola di zucchero al giorno per tre anni, il secondo una pillola da 500 milligrammi ricca di flavanoli estratti dal cacao, inclusi 80 milligrammi di epicatechina, un flavonoide a lungo studiato per i suoi effetti positivi sulla forza muscolare e sul flusso sanguigno nel cervello, per lo stesso periodo.
Ai partecipanti è poi stato chiesto di sottoporsi a test delle urine per determinare i livelli di flavanoli nel loro sistema all’inizio dello studio, e successivamente di prendere parte a una valutazione cognitiva di base consistente nell’imparare a memoria 20 parole su un programma per computer. Ogni individuo aveva tre secondi di tempo per memorizzare la parola prima che apparisse la successiva, con l’obiettivo finale di digitare tutte le parole che sarebbero riusciti a ricordare. Il test è stato ripetuto ogni anno per l’intera durata dello studio.
I risultati, tuttavia, non hanno convinto del tutto la comunità scientifica: al termine del triennio, il gruppo di studio con bassi livelli iniziali di flavonoli e che ha assunto l’integratore a base di cacao ricordava 7,94 parole su 20, marginalmente superiori alle 7,63 del gruppo placebo.
“Lo studio non riesce a fornire prove che l’aumento dell’assunzione di flavanoli sia benefico“, ha affermato a tal proposito David Curtis, professore onorario presso il Genetics Institute dell’University College di Londra, che non è stato coinvolto nello studio. “Le persone non dovrebbero affrettarsi a seguire bevande o diete ricche di flavanoli, ma piuttosto continuare a fare le cose che sappiamo al 100% proteggere da molte malattie: mangiare meglio (e meno calorie se sovrappeso), camminare un po’ di più e dormire bene, oltre a far testare i fattori di rischio tradizionali”.