Abbiamo già parlato ampiamente del rischio del rainbow washing – che, inutile dirlo, nel cosiddetto Pride Month è sempre dietro l’angolo: pensiamo, ad esempio, alla recente accusa di Jonathan Bazzi, che ha puntato il dito contro un noto marchio di pasta pronto a indossare l’abito arcobaleno per l’intera durata di giugno come mera strategia markettara. In questo contesto, dove occorre essere ben consapevoli del problema, il lancio del Pride Whopper da parte Burger King si qualifica come (nel peggiore dei casi) almeno simpatico. Ma andiamo con ordine: che roba è un Pride Whopper?
Burger King Austria made a Pride burger that’s either two tops or two bottoms… what in straight hell? pic.twitter.com/bSl3Cyiq9p
— Jarett Wieselman (@JarettSays) June 3, 2022
Si tratta essenzialmente di un panino disponibile fino al 20 giugno ed esclusivo ai punti vendita dell’Austria che propone il classico Whopper con “due panini uguali” – o, in altre parole, con due top e due bottom. È rainbow washing? Ai poster l’ardue sentenza – ciò che è certo è che, alla fine della fiera, un innocente messaggio di inclusione non fa male. Non tutti, però, la pensano così; e nonostante la campagna sia in corso solamente in Austria, ha attirato l’attenzione sui social media di tutto il mondo. “Burger King ha introdotto un nuovo ‘Pride Whopper’ disponibile con due panini uguali” ha commentato l’autrice Brigitte Gabriel su Twitter. “Per quanto mi riguarda ordinare del fast food non ha bisogno di diventare una dichiarazione politica”. In altre parole, la campagna è stata circondata da una discreta dose di negatività, anche se in pochi hanno effettivamente minacciato di boicottare BK. “Burger King ha fatto un panino per il Pride Month con due panini uguali… ma che diavolo è?” ha commentato invece Jarett Wieselman di Buzzfeed.
“L’annuncio è decisamente ‘sfacciato’ per far sorridere le persone, tuttavia lascia spazio all’interpretazione”, ha commentato a tal proposito Angelica Gianchandani, professionista in residenza per il marketing del marchio e i programmi Executive MBA presso l’Università di New Haven. Altri, come Scott Talan, professore di comunicazione all’American University, pensano che la campagna di BK avrà ripercussioni decisamente notevoli: “La domanda è capire quante persone si offenderanno: riusciranno a guadagnare più clienti e rafforzare il marchio, o perderanno dei consumatori abituali?”.