Tutti sapevano che, prima o poi, il momento di salutare il logo della Buitoni sullo storico stabilimento di Sansepolcro sarebbe arrivato. Vedere gli addetti al lavoro soffocarlo sotto un arido strato di vernice color verdone, tuttavia, non deve comunque essere stato facile per i locali, ormai abituati a quella presenza simbolica, per un certo senso rassicurante, e senza ombra di dubbio importante. Eh sì, perché non prendiamoci in giro – ed evitiamo di smarrirci in romanticismi o smancerie che, diciamoci la verità, sarebbe un pochino fuori luogo -: al di là della evidente importanza che la Buitoni ha ricoperto nel contesto economico e impiegatizio locale, vedere uno dei simboli del paese, che l’occhio era abituato a cercare con ritmo abitudinario, scomparire dietro uno strato di vernice non è certamente piacevole.
Una malinconia annunciata
Come abbiamo brevemente accennato, tuttavia, il momento era nell’aria già da un bel po’ di tempo. Un anno intero, praticamente; giorno più o giorno meno. Avete bisogno di rinfrescarvi la memoria? Niente paura, ci pensiamo noi: verso la fine dell’anno scorso vi raccontammo della fine della concessione triennale che la Nestlé aveva per l’appunto dato alla Buitoni. Riavvolgendo ancora un poco le fila della storia vi ricordiamo che, di fatto, lo stabilimento in quel di Sansepolcro fu acquistato nell’ormai lontano 2008 da Newlat, con Nestlé che gli aveva concesso una licenza decennale per l’utilizzo del marchio Buitoni per la produzione di pasta secca e prodotti da forno.
La prima scadenza risale naturalmente al 2018, anno in cui grazie a un nuovo accordo – determinato anche dall’intervento dello stesso Comune – la concessione venne prorogata per altri tre anni; al termine dei quali è giunto, come anticipato, il mancato rinnovo da parte di Nestlé. In altre parole – la parola fine è stato scritto tempo fa. Ora è solo questione di accettarla.
“Sentimentalmente, e anche storicamente, un colpo al cuore” ha commentato Fabrizio Innocenti, sindaco di Sansepolco, in riferimento alla cancellazione del logo. “Perché si sapeva ormai da inizio anno che prima o poi sarebbe successo. Ma quando lo vedi con i tuoi occhi, qualcosa tocca”. Ecco, per l’appunto. Ma una nota di ottimismo: “La storia resta comunque ed è ben impressa nella nostra comunità a partire dal lontano 1827” ha continuato il sindaco. “In qualità di sindaco ho a cuore soprattutto una cosa: che l’attività e l’impiego di personale vadano avanti a prescindere dal logo sovraimpresso. Mastrolia si è rivelato fin qui un ottimo imprenditore, rispettando i patti enunciati a suo tempo, ha implementato la struttura, ha ampliato il capannone. In un giorno che per ognuno di noi è velato di tristezza, occorre ripartire da questi segnali. Che come amministrazione comunale monitoreremo con la massima attenzione”.