Le feste nazionali o le grandi manifestazioni, si sa, sono enormi occasioni per riempire il fienile in vista dell’inverno o, in alternativa, tamponare come possibile un periodo difficile. Stampella o scarpe da corsa – eventi del genere possono essere entrambi, in base allo stato di salute degli interessati. È stato un po’ il caso dei Mondiali in Qatar, tanto per intenderci, che avrebbero dovuto risvegliare da un inquieto torpore gli affari dei bar, dei pub e dei ristoranti in quel d’Oltremanica (anche se, purtroppo, il risultato non è stato quello previsto). Ecco, i festeggiamenti per il 4 luglio avrebbero potuto (e dovuto) rappresentare una tanto necessaria boccata di ossigeno per la Bud Light, ormai affossata dalle controversie: nemmeno una delle più importante festività a stelle e strisce, tuttavia, è riuscita a risollevare le sorti del brand.
Bud Light non si rialza nemmeno durante le vacanze del 4 luglio
Chi di voi ha passato le ultime settimane vivendo sotto una roccia potrebbe essere sorpreso. Ma come? La Bud Light, la birra che – nel bene e nel male – abbiamo imparato ad associare alla figura dell’americano medio, è in crisi? La cosiddetta pietra dello scandalo è stata la scellerata (col senno di poi…) decisione del brand di avviare una campagna marketing in collaborazione con l’attivista transgender Dylan Mulvaney: una mossa che ha portato, in ordine sparso, a un crollo in borsa, boicottaggio su larga scala, figuracce e smacchi a non finire e ventilato l’idea di decapitazioni di alto profilo.
È stato (ed è tuttora), in altre parole, un gran pasticcio. Il periodo del 4 luglio, si sperava, avrebbe almeno tamponato il sanguinamento, ma non è andato così: i dati inerenti alle festività, così come riportati dal New York Post, mostrano che le vendite di Bud Light in questo particolare periodo sono crollate del 23,6% su base annua.
Piove sul bagnato, per di più, che d’altronde i nostri amici a stelle e strisce non hanno alcuna intenzione di restare a sopportare la sete: le vendite dei suoi competitor hanno visto aumenti più che notevoli, con Coors Light che ha visto i propri numeri di vendita salire del 30,2% , Miller Lite del 25,3% e Modelo Especial – che da qualche tempo, ormai, minaccia il primato della Bud Light come birra più venduta del Paese – del 20,7%.
Ma suvvia, sforziamoci di vedere il bicchiere mezzo pieno: il più recente calo delle vendite di Bud Light – quello riportato appena qualche riga fa, tanto per intenderci – è in netto miglioramento rispetto a quanto fatto registrare durante le settimane precedenti, che avevano chiuso con cali del 28,5% e del 27,9%.