Il bubble tea è riuscito a penetrare nel mercato italiano come innocua moda circa un paio di anni fa e a ritagliarsi, con il tempo, una nicchia ormai in forte espansione. Di cosa si tratta, chiedete? Semplice: è un drink fresco a base di tè e latte che ha la sua specificità nella presenza, sul fondo del contenitore, di numerose perline di tapioca gommose o gelatina di frutta abbastanza grosse (o abbastanza piccole, dovremmo dire) da essere aspirate con la cannuccia.
Bubble tea in Italia e nel mondo: una crescita sempre più notevole
Creato in quel di Taiwan negli anni ’80, il bubble tea ha come accennato saputo ritagliarsi uno spazio di crescita nel mercato globale che, nel 2022, ha fatto registrare un valore complessivo di 2,75 miliardi di dollari; forte per di più di una previsione di crescita negli anni a venire con Cagr del 9% (2023-2030), in netto aumento rispetto a quello al 7,8% previsto nel 2021 per il periodo 2020-2027.
Dati, questi ultimi, che sono stati estrapolati dalla seconda edizione del Bubble Tea Market Report 2023, presentato in occasione della giornata dedicata a questo particolare snack-drink e redatto da Growth Capital, advisor specializzato in aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria per startup e Pmi.
È bene notare che, nonostante a guidare il mercato continui a essere guidato dai Paesi dell’Asia Pacifica – con il solo Taiwan che vanta circa 21 mila punti vendita dedicati -, il contesto europeo è di fatto responsabile dell’11% del mercato mondiale, con la sola Italia che ha fatto registrare un valore complessivo di 42 milioni di euro (il 15% del mercato europeo).
Numeri alla mano, l’avventura italiana del bubble tea pare tutto fuorché un fuoco di paglia: le previsioni indicano una crescita del 18% nei prossimi cinque anni, approdando a un valore totale di 98 milioni di euro nel 2027, allineandosi così alla crescita mondiale. Importante notare, per di più, che in meno di due anni è aumentato considerevolmente anche il numero di store dedicati (+51%); passando dai 156 di dicembre 2021 ai 236 censiti a marzo 2023.
“La forza del brand e la capacità di attrarre e comunicare con la Gen Z e i Millenials sui social network rimangono fattori fondamentali che le catene di bubble tea devono considerare per affermarsi sul mercato” ha commentato Andrea Casati, vice-president di Growth Capital, in riferimento al contesto italiano. “Notiamo inoltre la tendenza a inserire il bubble tea tra le offerte di esercizi commerciali al di fuori degli store focalizzati su questo prodotto, come catene di yogurt e gelati o di poké, ma anche bar generalisti e supermercati. Questo contribuirà a inserire sempre più la bevanda nelle abitudini dei consumatori”.