La nuova “collezione” di casa Motta, o il suo “nuovo corso innovativo” per usare le parole della stessa azienda, è firmata da Bruno Barbieri. La notizia arriva in formato comunicato stampa, com’è consueto solenne quanto basta, ma una domanda sorge spontanea: che cosa ci sarà di suo?
Permetteteci di mettere un paio di puntini sulle i. Il nome del nostro protagonista, dicevamo, apparirà su “panettoni e pandori, ma anche nuovi prodotti per il consumo quotidiano, come merende e frollini”. Il comunicato stampa assicura: “tutti resi unici dal tocco dello chef”.
Barbieri e l’affaire panettone artigianale
La mossa, di per sé, non è certo inusuale: è più che comune vedere brand del mondo del cibo che si accostano ai nomi di chef per una prodotto particolare, una linea esclusiva, una edizione speciale. Ci sono anche esempi che potremmo in un certo senso definire “estremi”, come Dabiz Muñoz che firma panini per Burger King. Ma non divaghiamo.
“Motta si posiziona così come brand premium del Gruppo Bauli” spiega l’azienda, “e lancia una nuovissima gamma di referenze che promette un’esperienza gastronomica originale e sorprendente”. Gamma di referenze che porta la firma del giudice di MasterChef e volto di 4 Hotel, per l’appunto; lo stesso che vende un panettone artigianale (annoverato come uno dei migliori in commercio) a nome suo, ma in realtà prodotto da terzi. Ma come?
Il panettone firmato e pubblicizzato da chef Bruno Barbieri è sì artigianale, ma come si evince dall’indirizzo stampato sulla stessa confezione è di fatto prodotto da Mauro Morandin, ottimo pasticcere di Aosta. Che la fiducia di Barbieri sia ben riposta è chiaro, ma non è questo il punto.
La domanda, come accennato in apertura, non può che sorgere spontanea: appurato che il nostro protagonista vende già panettoni con il proprio nome, ma affidati a terzi; che cosa ci resta del panettone Motta?