È stata la querelle di fine anno del mondo gastronomico: ve la ricordate (ma certo che ve la ricordate) la stroncatura dei Bros’ di Lecce e in particolare del loro dessert servito nel contenitore a bocca andato sold out? Ecco, proprio quel contenitore ora sarà protagonista di un’operazione di arte digitale, diventando un NFT, un Non Fungible Token, qualsiasi cosa voglia dire ciò per noi che parliamo sostanzialmente di cose che si mangiano, più che di cose virtuali.
Così non è per Floriano Pellegrino e Isabella Potì, che oltre a essere belli e irriverenti sono anche giovani e arguti, e di contemporaneità e business dimostrano sempre di saperne un bel po’. E da questa vicenda di cui – un po’ inspiegabilmente, in realtà – ha parlato più o meno tutto il mondo, stanno traendo tutto il profitto possibile. Non solo in termini di visibilità, ma proprio monetizzando l’accaduto.
Non solo vendendo il loro “limoniamo” sullo shop online, ma – come raccontato dai due chef al The Times trasformando l’oggetto della discordia in un NFT chiamato “Let’s Make Out”. L’idea, a quanto dicono i Bros’ è arrivata da due stagisti americani che stanno prestando servizio nel team marketing del ristorante leccese. “Sarebbe molto gentile da parte di Floriano donare tutti i proventi che riceve (se ce ne sono) dalla sua bocca schiumosa NFT a organizzazioni di beneficenza che aiutano a nutrire gli affamati”, ha commentato Geraldine DeRuiter, l’autrice della recensione negativa diventata virale. Insomma, la querelle pare tutt’altro che risolta.