Fra le tante conseguenze, realistiche o meno, della Brexit, ce n’è una che sta interessando il settore delle esportazioni nostrane. Il cosiddetto effetto scorte ha fatto decollare l’export italiano in UK. I dati parlano chiaro: nel mese di gennaio 2019, rispetto al 2018, le esportazioni verso il Regno Unito sono aumentare del 17,3%.
Brexit: esportazioni italiane in aumento, ma per quanto?
Inevitabili le operazioni speculative causate dalla Brexit, che, come ha spiega Ivano Vacondio di Federalimentare, attraverso una dichiarazione riportata da Ansa, destano preoccupazione sul lungo termine. Adesso le esportazioni sono aumentate a causa del cosiddetto “effetto scorte”, che ha interessato anche i rifornimenti di champagne e che ha spinto la Gran Bretagna ad aver paura di rimanere senza cibo, ma quanto potrà durare una situazione del genere?
C’è grande timore soprattutto per il settore vitivinicolo, anche se la speranza è che la classe medio-alta continuerà a comprare prodotti italiani, non volendo rinunciare ad essi ed essendo disposta (e in grado) di pagare i prevedibili rincari.
La paura più grande, tuttavia, riguarda la pratica dell’“etichettatura a semaforo“, coniata proprio in UK, che rappresenterebbe uno svantaggio per i prodotti del Made In Italy, specialmente se si considera che il Regno Unito è il quarto mercato dell’esportazione italiana.
Per quanto riguarda l’export italiano verso il Regno Unito, le categorie merceologiche più vendute sono:
- vini;
- ortaggi trasformati;
- prodotti lattiero-caseari.
Sono anche cresciute le cifre per quanto riguarda acquavite, liquori, acque minerali e gazzose. In leggero calo la pasta, il settore dolciario e le carni preparate. Ma secondo Federalimentare si tratta di una perdita marginale, causata da una piccola svalutazione della sterlina. Adesso bisognerà vedere cosa accadrà quando la Brexit sarà effettiva e quando sarà terminata la fase dell’effetto scorta.