Una nuova partnership con Atalanta Hospitality, l’apertura del primo punto vendita in Thailandia, la promessa, ampiamente ventilata, di un più grande processo di espansione internazionale – il futuro di BrewDog, da poco “orfana” del suo fondatore James Watt, sembra nettamente orientato verso il più tipico dei sentieri di stampo corporate. Non che sia necessariamente un male, badate bene: solo pare chiaro che l’azienda sia ormai ben lontana dall’animo punk, “noi contro loro”, che aveva animato la sua ascesa al successo.
La stessa uscita di James Watt (o l’avergli mostrato la porta, a dare ascolto alle voci di corridoio più pruriginose), d’altro canto, potrebbe essere intesa come evidente sintomo di questo percorso; anche se è bene notare che l’animo punk di BrewDog, complice l’emergere di numerose controversie, era evidentemente già intaccato da qualche tempo.
BrewDog cresce in Thailandia: tutti i dettagli dell’espansione
A oggi BrewDog gestisce poco più di un centinaio di pub e altri locali in giro per il mondo (di cui anche uno nel nostro caro e vecchio Stivale, a Bologna), con l’ultimo biennio in particolare che ha portato a un modesto sfoltimento delle insegne d’Oltremanica a causa dell’imperversare del caro bollette. Ciononostante, i piani di espansione sono ambiziosi ed eloquenti: altre duecento sedi, distribuite nei cosiddetti mercati chiave, e che vedranno il taglio del nastro nel corso dei prossimi sette anni.
L’incursione in Thailandia, in questo senso, può essere intesa come tassello di un più ampio mosaico che vede il mercato asiatico come frutto maturo e pronto a essere colto: il primo punto vendita a Bangkok aprirà nel quartiere di Ploenchit, ad appena una manciata di passi dall’Ambasciata Centrale; e negli anni a venire dovrebbe essere seguito da numerosi altri (non è ancora stato specificato quanti, è bene notarlo) pub.
BrewDog continua la sua crescita, dunque – dal laboratorio punkettaro (nome romantico per definire quello che era un garage, converrete) a nord di Aberdeen, nato (e qui citiamo direttamente una intervista di Watt al The Guardian del 2015) “dal desiderio di cambiare la scena della birra nel Regno Unito, che era dominata da ale banali e lager piatte e noiose”; fino a una espansione su scala globale.
Dall’inizio di quest’anno BrewDog ha già aperto il suo quinto locale in Australia, a Perth; una seconda sede a Rotterdam, parte di una partnership che vedrà l’apertura di sei pub nei prossimi cinque anni; e un nuovo bar a a Denver in collaborazione con Hop Dragon Holdings, un’azienda a conduzione familiare locale, segnando la sua prima sede in franchising negli Stati Uniti.