A Bologna è stato sequestrato un noto ristorante storico a causa di debiti e tasse non pagate. Inoltre due imprenditori sono finiti agli arresti domiciliari. Il ristorante in questione è il Nonno Rossi.
Tutto inizia quando una delle società che gestiva il celebre locale ha dichiarato fallimento. Poco più di un anno fa, poi, il ristorante aveva abbandonato la zona dell’Aeroporto per trasferirsi a Pontecchio Marcono, dentro Palazzo De’ Rossi.
Da qui sono partite le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, coordinato dal Procuratore Aggiunto Morena Plazzi. Secondo la Guardia di Finanza, la coppia di coniugi aveva creato un sistema che permetteva la gestione del ristorante tramite diversi schermi societari che si autofinanziavano non tramite il credito bancario o il finanziamento dei soci, ma tramite l’evasione fiscale e l’evasione degli oneri previdenziali. Poi l’attività veniva portata al fallimento, ma senza fermare l’esercizio dell’attività di ristorazione che veniva successivamente data in mano a una nuova società.
Ma c’è di più: le indagini hanno permesso di scoprire che anche quando la società è stata creata in origine, c’erano state una serie di irregolarità. Per esempio tramite dei contratti in affitto era stata separata la gestione del ristorante (tramite entità che accumulavano debiti erariali) dalla proprietà (risultava intestata a un altro soggetto economico che portava comunque sempre ai due coniugi). Grazie a questa separazione, era impossibile per i creditori riscuotere i debiti accumulati.
Tramite questo sistema in quattro anni la società fallita aveva accumulato un passivo nei confronti dell’erario di più di 750mila euro. Per tutti questi motivi, il ristorante è stato sottoposto a sequestro cautelativo (sia del locale che delle quote societarie), mentre i due coniugi/imprenditori sono agli arresti domiciliari. Sono due i reati contestati: bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle tasse.