In tempi di nuovi mini-lockdown, a Bologna un bar resta aperto dopo le 18 e non chiude così come previsto dal nuovo Dpcm: per protesta? No, “per sopravvivenza”.
Giorgio Perna, il titolare del Bistrot Bonaccorsi, all’angolo tra i viali e via Saragozza, non può letteralmente permettersi di abbassare la saracinesca alle 18: “Sono pieno di debiti, per noi chiudere alle 18 equivale a non aprire più lo stesso“.
Per questo ieri, data in cui sono partite le nuove restrizioni previste dall’ultimo Dpcm,
il titolare non ha chiuso il suo locale. E ha già detto che non lo farà neanche stasera: “i nostri maggiori incassi sono proprio dalle 17 fino alla chiusura. Fare caffetteria o pranzo di lavoro per noi non è una soluzione ottimale, non riusciamo a sostenere i costi, quindi significa che se questo locale chiuderà per un mese, visto che il nuovo Dpcm avrà validità fino al 24 Novembre, significherebbe che non riusciremmo a pagare i nostri impegni economici. Devono spiegarci perché la sera c’è pericolo di contagio e a pranzo no.”
Così fuori dal locale ha appeso il cartello “Noi restiamo aperti” e sempre nel rispetto del distanziamento, resta fermo sulla sua decisione, per permettere ai suoi 18 dipendenti, tra cui ci sono anche sua moglie e i suoi 4 figli, di poter lavorare.
La famiglia aveva un altro locale, il ristorante la Tarantella di via Zanolini, che non ha più aperto dopo il Covid. Adesso sulle spalle ha un grosso debito che ha affrontato per sostenere le spese di trasferimento e ristrutturazione.
Ma già ieri ha ricevuto la prima multa: 400 euro, verbalizzati dalla Guardia di Finanza: “Quando ieri alle 18 non abbiamo chiuso, alcuni clienti hanno mangiato e sono rimasti qui, poi è arrivata la Polizia e anche la guardia di Finanza. Appenderò ogni multa che riceverò, ma io ho aperto il primo di agosto, sono pieno di debiti, non posso concretamente permettermi di chiudere. Non voglio i soldi che Conte ha promesso che arriveranno, che mi paghi le multe che mi faranno in questo frangente in cui noi resteremo aperti. Non lo faccio per protesta, ma per sopravvivenza.”
[ Fonte: La Repubblica, Bologna in diretta ]