Gli iconici cipressi del viale di Bolgheri, verdi e ritti come soldati sull’attenti, sono malati e maltenuti: l’erba è alta, gli alberi chiazzati da macchie di muffa, i fossati che corrono lungo la strada sono colmi di spazzatura e rifiuti. E questo purtroppo è solo ciò che si vede: la burocrazia, le competenze e le responsabilità per la cura, formano un groviglio nascosto ma decisamente ingombrante. In questo contesto, Benito Gragnoli, consigliere per Fratelli d’Italia al comune di Castagneto Carducci, ha lanciato la proposta di trovare uno sponsor per curare il viale.
Buona idea? Sì no forse. Dipende a chi si chiede. Per Gaddo della Gherardesca l’idea non è male, ma il problema è la pecunia; “trovare uno sponsor che tiri fuori i soldi” commenta. “Ci vuole qualcuno che abbia come missione quella di proteggere l’ambiente: la verità è che bisognerebbe quantificare i costi”. Parafrasando, l’opinione è che si tratti di belle parole, ma non c’è grano a sufficienza. Altri, come Michele Satta, sono ben meno diplomatici e bocciano l’idea sul nascere definendola “scandalosa”. “Io pago le tasse” spiega il produttore, “non vedo perché devo frugarmi in tasca per pagare la manutenzione del viale dei cipressi”.
Sandra Scarpellini, sindaca di Castagneto Carducci, ha invece un approccio più pratico e, pur trovando la proposta di Gragnoli “bislacca”, sostiene che il problema non sia affatto legato al denaro. “Non ha senso cercare uno sponsor per il viale” spiega Scarpellini “il cui sottobosco è in gran parte di proprietà degli Incisa della Rocchetta, proprietari del Sassicaia, ai quali certamente non mancano i soldi per la manutenzione del viale. Il problema è un altro: mettere ordine nelle competenze”. Come avevamo accennato: competenze, responsabilità, burocrazia. Secondo la presidente della provincia di Livorno, Marida Bessi, l’asfalto del viale è di competenza della Provincia, mentre cipressi e sottobosco appartengono ai privati. La manutenzione, pertanto, dipende dai privati e dall’Unione montana dei Comuni Colline Metallifere, che sostengono di non avere soldi. Un gatto che si morde la coda: l’erba e la muffa, nel frattempo, continuano a prosperare.