Birra Peroni “parla” italiano. Il colosso brassicolo italiano si basa infatti su una filiera agricola composta da 1.500 aziende che coltivano ogni anno orzo distico da birra per una produzione complessiva di circa 55 mila tonnellate su circa 17 mila ettari di campi coltivati tra Umbria, Lazio, Toscana, Molise, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche, Campania e Puglia.
L’orzo, una volta raccolto, viene lavorato presso la controllata malteria Saplo di Pomezia che produce la Peroni Malto 100% italiano. Della filiera fanno parte anche 130 aziende selezionate – tra Lombardia, Veneto e Piemonte – che coltivano ogni anno circa 20.300 tonnellate di masi nostrano, l’ingrediente principe della Nastro Azzurro.
Nel frattempo Birra Peroni ha investito 1,6 milioni di euro nello stabilimento di Bari, dove sono arrivati tre nuovi serbatoi per la fermentazione, che si sommano agli oltre 26 già messi sul piatto in questi ultimi dieci anni per la sede barese.
Altra novità è la nuova birra analcolica del gruppo Nastro Azzurro Zero, disponibile da pochi giorni sugli scaffali dei negozi e presso bar e ristoranti.
Fonte: ANSA