È dal 1846 che Birra Peroni si impegna a realizzare bottiglie adatte per il vuoto a rendere. Ora esce sul mercato un nuovo formato ancora più sostenibile, ancora più distintivo, grazie alla veste grafica che sottolinea il concetto a qualunque consumatore.
Si chiamano Uni e sono le bottiglie universalmente riconosciute da tutti i produttori di birra che promuovono il “vuoto a rendere”, ovvero quella pratica (che noi degli anni ’80 conosciamo bene, visto che andava molto in voga in quegli anni) per cui se tu acquirente restituivi un contenitore di vetro o di plastica una volta svuotato, ti rimborsavano con qualche soldo così da incentivare il riciclo. Anche per questo le bottiglie adatte al “vuoto a rendere” solitamente sono più resistenti, proprio per essere riutilizzato per un determinato numero di volte prima di essere gettato.
Così Peroni esce sul mercato con una rinnovata veste grafica, per rendere ancora più esplicita la propria sensibilità ambientale con la presenza dell’icona del riciclo e l’utilizzo del colore verde, simboli universali di sostenibilità. Inoltre c’è l’indicazione “vuoto a rendere”, in modo da comunicare in maniera chiara e immediata al consumatore la sostenibilità di questo packaging.
Mentre i fusti vuoto a rendere vengono prodotti in tutti e tre gli stabilimenti di Roma Padova e Bari, tutto il vuoto a rendere in bottiglia viene prodotto nello stabilimento di Bari da una linea produttiva interamente dedicata, con cui vengono prodotte fino a 50.000 bottiglie all’ora. Le bottiglie vuoto a rendere sono più resistenti rispetto alle normali bottiglie proprio per permetterne il riutilizzo, con un ciclo di vita che va tra i 15 e i 18 riusi.
“Birra Peroni è da sempre impegnata per la salvaguardia dell’ambiente. Impegno che vogliamo trasmettere ai nostri consumatori con questo particolare formato – afferma Marina Manfredi, Marketing Manager Peroni Line – “Pensare che quella bottiglia avrà ancora una lunga vita e non verrà smaltita in quel momento è una cosa incoraggiante, un segno di rispetto per l’ambiente e il territorio in cui viviamo, un progetto che abbiamo deciso di portare avanti con orgoglio e che siamo sicuri possa essere un piccolo ma concreto aiuto alla sostenibilità ambientale. Si tratta solo di acquisire una nuova abitudine, utile prima di tutto a noi stessi”.