Shelton Brothers, il più grande importatore americano di birra artigianale europea, cesserà presto la sua attività per fallimento.
Con sede a Belchertown, Massachusetts, Shelton Brothers importa rinomati marchi che includono birre come Cantillon, Drie Fonteinen, Fantôme, De La Senne e altri. Il motivo della chiusura? La società afferma di essere stata costretta alla liquidazione dalla sua banca.
L’azienda è stata fondata nel 1996 dai fratelli Dan, Joel e Will Shelton e ha operato come importatore di oltre 150 delle migliori birrerie del mondo, nonché partner di distribuzione per birrifici americani, sidri e meadery tra cui Jolly Pumpkin Artisan Ales, Anchorage Brewing Company e Saint Somewhere.
L’evento annuale della società dedicato alla birra, “The Festival”, è considerato uno dei più prestigiosi eventi mondiali della birra e vede la partecipazione di alcuni dei più venerati birrai al mondo.
Per quanto riguarda la critica situazione finanziaria, nello specifico il titolare Dan Shelton ha sottolineato come la società debba soldi alla Berkshire Bank, ai birrifici e ai venditori. Shelton Brothers ha dovuto licenziare 25 dipendenti e la banca probabilmente sequestrerà i suoi beni, inclusi birra e vino.
Al momento, tuttavia, non è chiaro chi si occuperà dell’importazione dei marchi attualmente nel portafoglio di Shelton Brothers. L’azienda vuole avere voce in capitolo su chi prenderà il suo posto, ma la decisione finale spetterà alla banca.
Colpa del Coronavirus? Soprattutto. La stessa Shelton cita lo sconvolgimento economico causato dal COVID-19 come la causa principale dell’insolvenza della società. Bar e ristoranti garantivano il 50% delle vendite di Shelton Brothers e quando la maggior parte è stata costretta a chiudere a marzo a causa della pandemia i ricavi si sono prosciugati.
Poi, a maggio, Shelton Brothers è stata condannata a pagare 2,1 milioni di dollari al distributore di birra River North di Chicago per risolvere una causa sui diritti di distribuzione risalente al 2011; Shelton afferma di aver continuato a contestare questa sentenza fino all’agosto 2020.
Fonte: Good Beer Hunting