Andiamo in Belgio perché qui i funzionari della dogana hanno deciso di distruggere un carico americano di birra Miller High Life. Perché? Semplice: la birra in questione era stata pubblicizzata come lo “Champagne delle birre”. Solo che i produttori dello Champagne si sono lamentati per l’uso improprio del loro marchio ed ecco che la suddetta birra è stata eliminata.
Birra Miller High Life: pessima idea usare la parola “Champagne”
La dogana belga non ha avuto altra scelta che distruggere quel carico di birra americana che aveva utilizzato come slogan le parole “Champagne della birra”. 2.532 lattine sono state distrutte a causa del fatto che erano state etichettate impropriamente come “Champagne”.
Che magari, uno non ci avrebbe fatto neanche caso, se non fosse che un’associazione di categoria per la tutela dello Champagne, rendendosi conto che quella birra veniva pubblicizzata utilizzando il nome del loro prodotto, si era lamentata sostenendo che il termine “Champagne” dovesse essere usato solamente sulle bottiglie di spumante prodotte con metodo tradizionale nella regione di Champagne, in Francia.
Infatti il vero Champagne può essere prodotto solamente con uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier: il termine non può certo essere associato a una birra. Così, forte di questa argomentazione, il Comité Champagne, un’associazione di categoria dell’industria dello Champagne, ha chiesto che le birre americane Miller High Life con l’etichetta contestata venissero distrutte in quanto violavano la denominazione protetta dello Champagne.
In realtà, però, già da tempo la Miller High Life usa questo slogan per le sue birre. Di per sé l’azienda è stata fondata nel 1903 a Milwaukee, mentre lo slogan “The Champagne of Bottle Beer” era stato ideato tre anni dopo. Dal 1969, poi, tale slogan era stato abbreviato come “The Champagne of Beers”.
Quindi in realtà è già da un po’ che queste birre circolano, ma i produttori di Champagne devono essersi imbattuti in esse solamente adesso. Il carico di birre distrutte era diretto in Germania. Tuttavia già a febbraio era stato intercettato nel porto di Anversa.
Così, alla fine, il 17 aprile le lattine sono state distrutte, sempre rispettando l’ambiente e assicurandosi che tutto il lotto, compresi il contenuto e il contenitore, venisse riciclato in maniera eco-responsabile (un po’ meno, forse, dal lato sprechi alimentari se proprio vogliamo essere pignoli).
Kristian Vanderwaeren, l’amministratore generale belga per le dogane e le accise, ha spiegato che ogni anno eseguono migliaia di controlli sulle denominazioni di origine controllata. Se viene provata una contraffazione, come accaduto nel caso in questione, devono poi decidere se distruggere o meno il prodotto e come farlo.