Costi dell’energia alle stelle, rincari alla stragrande maggioranza delle materie prime (vetro, tappi e imballaggi compresi, naturalmente) e, giusto per non farci mancare nulla, la piena furia del cambiamento climatico. Dimentichiamo qualcosa? Sì, in realtà – la carenza sul mercato di anidride carbonica, che ha già spinto alcuni produttori (come Menabrea) a sospendere temporaneamente la propria produzione. Questi, in soldoni, sono i componenti della tempesta che sta minacciando la stessa sopravvivenza della filiera della birra italiana stando a quanto emerso da un’analisi redatta dalla Coldiretti e dall’omonimo Consorzio di tutela e promozione; che sottolineano come, pur di rimanere a galla, alcuni birrifici stiano ponderando di utilizzare lattine al posto delle più tradizionali bottiglie in vetro.
La soluzione? Coldiretti e il Consorzio non hanno dubbi: un bel taglio delle accise, in modo tale da “non mettere a rischio un’intera filiera di alta qualità del Made in Italy”, seguita dalla costruzione di una filiera 100% tricolore per il luppolo, l’orzo e il malto; definita dalle due associazioni come “strategica per garantire da un lato l’alta qualità delle materie prime da usare e dall’altro le quantità necessarie alla produzione con investimenti in ricerca, macchinari e varietà coltivate”.
A proposito di accise: il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida si è detto un fan del cosiddetto modello d’oltralpe. “I francesi sono stati bravi a competere in questi anni difendendo le loro aziende” ha commentato a tal proposito. “Guardiamo con interesse al modello francese, vogliamo mettere in leale concorrenza le aziende italiane con le altre sul piano della fiscalità”.