Prosegue la vicenda di Birra del Borgo: i camerieri hanno deciso di scioperare durante una cena a causa dei licenziamenti previsti dalla multinazionale belga Ab InBev proprietaria del locale.
Orfana dal 2021 del suo pizzaiolo pluripremiato Luca Pezzetta, da inizio anno non si fa che parlare di quanto sta succedendo a Birra del Borgo: l’azienda ha deciso di ridimensionare le sue attività riducendo i posti di lavoro e lasciando praticamente attiva solamente il settore della produzione. La multinazionale ha fatto sapere che vorrebbe chiude i locali del quartiere Prati e di piazza Bologna a Roma, lasciando a casa 42 persone.
A seguito di tale decisione, l’ex birrario aveva deciso di rilevare lo storico birrificio di Collerosso. Adesso, invece, i dipendenti dell’osteria hanno deciso di incrociare le braccia contro la decisione di Ab InBev di lasciare a casa 42 dei 70 dipendenti dello storico birrificio.
Sostenuti anche dai sindacati Clap e Usb, durante la cena del 23 febbraio i dipendenti del ristorante sito nel quartiere Prati hanno bloccato il servizio per mezz’ora. Ovviamente hanno spiegato ai clienti cosa stesse succedendo e questi hanno deciso di dargli tutto il loro sostegno, applaudendoli anche.
Emanuele De Luca, coordinatore delle Clap, ha spiegato che i lavoratori di Birra del Borgo stanno vivendo una grossa crisi occupazionale: sono vittime di una procedura di licenziamento collettivo in cui nessuno sa cosa accadrà il giorno dopo. I dipendenti, infatti, rischiano di rimanere senza lavoro da un giorno all’altro, in un periodo di gravi crisi economica.
De Luca ha continuato sostenendo che la ristorazione è un settore già tristemente noto per essere caratterizzato dalla mancanza di diritto, dove il lavoro in nero la fa da padrone. Il tutto complicato dalla pandemia. Lo sciopero indetto dai camerieri dell’osteria è una grande conquista: difficilmente in questo settore viene messo in pratica il diritto allo sciopero perché spesso i dipendenti sono pochi e soli.
Anche Massimo Pedretti dell’Usb lavoro privato ha dichiarato di appoggiare in pieno la lotta di questi lavoratori. Secondo Pedretti, l’ingresso delle multinazionali nel settore della ristorazione impatta grandemente sui lavoratori: non è accettabile che si distruggano le vite di lavoratori che in due anni di pandemia hanno già perduto parte dei salari. E il tutto in nome di ristrutturazioni aziendali o della diversificazione del mercato.
Pedretti ha poi concluso che il lavoro deve essere il fine e l’obiettivo. E il lavoro deve essere inteso come garanzie per i lavoratori e aumenti salariali.