Le aspettative originali per l’annata in corso non erano delle migliori: prima ancora che scoppiasse la guerra tra Russia e Ucraina, infatti, il tasso di inflazione – ora ai massimi storici nei Paesi Ocse – aveva già cominciato la sua galoppata verso nuove vette, stritolando il potere di acquisto dei consumatori europei. Aggiungiamo i numerosi problemi alle catene di approvvigionamento e al prezzo delle materie prime, e non è difficile comprendere il motivo per cui gli analisti di Carlsberg avessero piazzato le stime sulla guida della crescita operativa sul -5%. Un’inaspettata ma ottima performance nei mercati europei e asiatici, tuttavia, hanno spinto il produttore di birra danese a ritoccare le sue previsioni di crescita degli utili per l’anno in corso, arrivando fino al 2%.
L’ipotesi degli analisti è che le vendite siano state spinte dalle ondate di caldo torrido: “Il test chiave arriverà quando il tempo si raffredderà” ha commentato a tal proposito Michael Hewson, capo analista di mercato di CMC Markets UK. La domanda dei consumatori, infatti, sta registrando ottime performance nonostante la sopracitata crescente pressione sugli acquirenti: “I consumatori stanno riducendo le cose di cui possono fare a meno o che possono rimandare nel futuro, ma vogliono comunque potersi godere la vita e quei piccoli lussi, come una birra dopo il lavoro” ha spiegato Danni Hewson, analista finanziario di AJ Bell. Come dargli torto?