Il nuovo report di UnionBirrai, associazione di categoria dei produttori indipendenti, ha messo in luce dati interessanti sul settore della birra artigianale. Tanto per iniziare, l’Italia è quarta in Europa per numero di birrifici.
L’indagine, realizzata insieme al Laboratorio ObiArt dell’Università degli Studi di Firenze, parla chiaro: nell’Unione Europea sono attivi 8.490 birrifici. In testa troviamo, prevedibilmente, il Regno Unito, con 2.250 aziende, seguito dalla Germania, con 1.408 birrifici, e dalla Francia, con 950 aziende. L’Italia si attesta al quarto posto con ben 757 birrifici e con la produzione di 14,5 milioni di ettolitri (in questo caso è al decimo posto fra i Paesi europei). Ma non solo. L’Europa, con i suoi 400,2 milioni di ettolitri all’anno, è seconda solo alla Cina come produttore mondiale di birra, paese che si è attesta sui 497,8 milioni di ettolitri.
Al quarto posto per numero di birrifici e al decimo posto per volume di produzione, l’Italia risulta sesta per consumi totali e trentesima per consumi pro-capite. Andando a curiosare fra i dati, questa è la classifica dei consumi totali:
- Germania: 85,5 milioni di ettolitri
- Regno Unito: 43,7 milioni di ettolitri
- Spagna: 38,6 milioni di ettolitri
- Polonia: 37,9 milioni di ettolitri
- Francia: 21,3 milioni di ettolitri
- Italia: 18,9 milioni di ettolitri
- Repubblica Ceca: 15,9 milioni di ettolitri
- Romania: 15,8 milioni di ettolitri
Se andiamo a vedere, invece, i dati inerenti il consumo procapite annuo, ecco che la classifica si rimescola un po’:
- Repubblica Ceca: 143 litri
- Germania: 104 litri
- Austria: 103 litri
- Polonia: 98 litri
- Lituania: 88 litri
- Irlanda e Romania: 80 litri
E l’Italia? L’Italia è al 30esimo posto, con 31 litri a testa. Il report ha poi sottolineato alcuni dati Istat relativi al 2017. Considerando che la spesa media di una famiglia italiana è di 2.564 euro mensili e che l’82% di tale esborso (2.107 euro) è destinato all’acquisto di beni e servizi non alimentari, alle bevande alcoliche sono riservati in media 22.20 euro al mese, di cui 6,11 euro spesi in birra. Prendendo in esame i dati relativi alla consumazione di alcolici dal 2010 al 2017, calano i consumi delle altre bevande alcoliche (salvo eccezioni particolari), e il consumo della birra risulta è in costante crescita.
Interessanti anche i dati relativi alle tendenze di mercato della GDO (Grande Distribuzione Organizzata). In Italia, nella moderna distribuzione trovano spazio le birre economiche, quelle standard mainstream e quelle “premium”. Le birre speciali occupano sempre più spazio a scaffale; una definizione che, ricordiamo, è riferita unicamente al grado Plato della birra (così come nel caso delle “doppio malto”), nulla a che vedere con il significato di birra artigianale.
I dati del 2017 relativi alle vendite di birra nella GDO parlano di un fatturato di 1,3 miliardi di euro: il 75,8% (992 milioni di euro) è relativo alle birre industriali “standard”, mentre il restante 24,2% (316,2 milioni di euro) deriva dalla commercializzazione delle birre speciali (qui vengono considerate sia le birre effettivamente di origine artigianale sia quelle industriali che però vi somigliano, le cosiddette “crafty”). Per quanto riguarda il tipo di prodotto, le blond ale dominano le vendite del comparto craft.
[Crediti | UnionBirrai]