Non è certo la prima volta che in un carcere i detenuti vengono coinvolti in un progetto di produzione della birra. Era successo, per esempio, a Milano con la birra agricola Malnatt prodotta proprio dai carcerati. Tuttavia forse questa è la prima volta che i detenuti si cimentano nella produzione della birra al sapore di cozza. In particolare, il progetto è stato messo in piedi nel carcere di Taranto.
Si tratta di una birra chiara, ovviamente un po’ salata e speziata, che ha il profumo del mare e il sapore della cozza tarantina. Il marchio che si è impegnato in questo progetto è Birra Pugliese, noto per aver già aiutato in passato i detenuti a compiere il loro percorso di reinserimento nella vita al di fuori del carcere.
Il progetto in questione si chiama Riscattarsi con gusto ed è nato da un’idea del mastro birraio Espedito Alfarano. Il carcere in questione è il Carmelo Magli: qui, al suo interno, è presente un vero e proprio microbirrificio che produce birra artigianale. Nel laboratorio viene già prodotta una birra di tipo Ale, anzi, una Belgian Ale ambrata, dolce e con gradazione alcolica medio-bassa.
Inoltre è stata anche sperimentata una ricetta che ha alla base il pane raffermo, mentre si sta studiano una birra di tipo Gose che vanta fra i propri ingredienti proprio l’acqua di cottura delle cozze. Una birra sostenibile, dunque, a chilometro zero e che non spreca nulla.
Lo scopo di Riscattarsi con gusto è quello di formare i detenuti in modo che, una volta usciti dal carcere, possano trovare più facilmente lavoro, magari evitando recidive. Il microbirrificio del carcere è stato finanziato da fondi che il Ministero della Giustizia mette a disposizione proprio per evitare il fenomeno delle recidive. Grazie a questi fondi sono state acquistate le attrezzature, fra cui un bollitore e un fermentatore del valore di 50mila euro.
Tramite donazioni di privati, invece, è stato possibile organizzare la formazione vera e propria, nonché l’assunzione regolare dei detenuti aderenti all’iniziativa. Al momento la birra prodotta in carcere viene proposta direttamente a pub e birrerie, ma l’idea sarebbe quella di creare una vera e propria rete di distribuzione.
Il birrificio, quando lavora a pieno regime, dovrebbe poter produrre 6mila litri di birra al mese, ma la speranza è quella di riuscire ad aumentare la produzione. Piero Conversano, presidente dell’associazione MondoBirra, ha dichiarato che il loro obiettivo è quello di dare dignità a queste persone tramite il lavoro: in questo modo potranno acquisire competenze utili per il loro reinserimento sociale.