L’Associazione italiana agricoltura biologica (da qui in aventi riassunta, per amore della semplicità, con Aiab) ha di recente mostrato al introdotto il cosiddetto vademecum del Bio – una iniziativa che di fatto mira ad aiutare, accompagnare e infine anche consigliare al momento dell’acquisto i consumatori, indirizzandoli in questo modo verso una scelta più consapevole e permettendogli, allo stesso tempo, di districarsi da una giungla di etichette e imitazioni in “modo da riconoscere il vero biologico”.
In primis l’Aiab sottolinea come sia bene accertarsi che l’etichettatura del prodotto in questione riporti il logo del bio, la cosiddetta Eurofoglia, e l’origine della materia prima (che può essere agricoltura Italia o agricoltura regione- agricoltura Ue, agricoltura non Ue, agricoltura Ue/non Ue): importante, poi, dare un’occhiata per cercare il codice dell’organismo di controllo, contenere It- codice Iso internazionale – che identifica il paese dell’organismo di controllo, la dicitura Bio (in vigore in Italia; mentre può essere Eko, Eco, Org per altri Paesi) e regolare codice numerico identificativo dell’organismo di controllo che possa certificare l’operatore.
“L’Italia a oggi vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale agricolo, il 17%, a fronte della quota media Ue ancora ferma al 9%” ha commentato Giuseppe Romano, presidente nazionale di Aiab. “Nonostante questo, però, in Italia vengono spesi ogni anno poco più di 3 milioni di euro per l’acquisto di prodotti Bio, mentre in Germania, ad esempio, quasi 15 milioni. Questo per diversi motivi, ma principalmente perché c’è anche una grande confusione su cosa significhi scegliere un prodotto Bio e come riconoscerlo. Occorre abituarsi a leggere le etichette e riconoscere cosa acquistiamo per la nostra dieta quotidiana. Per questo abbiamo pensato a questo semplice vademecum per contribuire a fare chiarezza ed aiutare i consumatori a riconoscere i prodotti biologici”.