La scorsa settimana, l’Assemblea di Montecitorio ha approvato alla quasi unanimità due emendamenti che eliminavano dalla proposta di legge sulla sulla tutela, sviluppo e competitività della produzione agricola l’equiparazione tra il metodo biologico e quello biodinamico, accogliendo dunque le critiche della comunità scientifica. A chef Simone Salvini, però, queste polemiche hanno lasciato l’amaro in bocca, tanto da definire l’intero dibattito molto triste e poco utile per la natura.
Chef Salvini, portabandiera della cucina veg in Italia e docente dell’Istituto Europeo di Oncologia di Umberto Veronesi (chi ha memoria di ferro potrebbe anche ricordare la sua imitazione da parte di Crozza), sostiene che il biodinamico non è affatto una “stregoneria”, né una pratica sciamanistica, bensì un approccio umanistico all’agricoltura. “Nelle carote, così come negli altri ortaggi, c’è una forza vivificante che scaturisce dall’energia del sole, dalla purezza delle acque” spiega lo chef. “È solo un esempio per dire che nel cibo c’è di più di ciò che può essere analizzato sul piano biochimico”.
L’approccio proposto dallo chef è dunque decisamente più diplomatico, e invita a una simbiosi tra biologico e biodinamico: “Sono mondi differenti” ha commentato “ma tutti e due ci danno l’occasione di riflettere sul presente e sugli errori del passato e spingono chi produce a cercare di lasciare meno debiti possibili con la Terra e le generazioni future”. L’invito, infine, è quello di non “aizzare polemiche”, ma “ragionare su argomenti essenziali”.