“I miei clienti vogliono panini più grandi”. Con queste parole nel lontano 1967 Jim Delligatti, scomparso ieri all’età di 98 anni, ha convinto i suoi superiori a ideare un nuovo panino, quello che poi sarebbe passato alla storia come il marchio di fabbrica McDonald’s: il Big Mac.
Di umili origini italiane, nel 1957 Delligatti entrò a far parte dei primi affiliati McDonald’s aprendo un ristorante ad Uniontown, in Pennsilvanya. Ma erano tempi duri, le catene di fast food prosperavano e l’egemonia di McDonal’ds non era ancora salda.
Delligatti sentiva la concorrenza di Big Boy e Burger King, che offrivano panini decisamente più grandi agli affamati clienti che si fermavano lungo la strada.
Testardo, riuscì a raggiungere i vertici di McDonald’s e a farsi dare l’approvazione per testare un prodotto analogo. A una condizione, però: non dovevano esserci nuovi prodotti, il panino avrebbe dovuto contenere soltanto ingredienti già impiegati nei ristoranti McDonald’s.
Il test partì il 22 aprile 1967: Delligatti propose ai suoi clienti un sandwich diviso in tre fette, con due polpette di manzo, foglie di lattuga, formaggio piccante fuso, sottaceti, cipolle e una ‘salsa speciale’ di casa McDonald’s. In origine, fu Aristocrat; poi, Blue Ribbon Burger.
Prezzo di vendita –dal listino del 1967– 45 centesimi, contro i ‘soli’ 18 centesimi del classico panino con polpetta.
Basta un anno per entrare nel cuore degli americani: il test va alla grande e, nel 1968, il panino viene ufficializzato e venduto in tutti i ristoranti McDonald’s degli Stati Uniti.
Da allora il Big Mac è entrato così tanto nell’immaginario collettivo da meritarsi un suo indice economico, il cosiddetto “Indice Big Mac“, uno strumento informale di comparazione del potere d’acquisto di una valuta.
Ogni anno si vendono circa 550 milioni di Big Mac, uno ogni 17 secondi. Vista la longevità, probabilmente Delligatti ne aveva mangiati ben pochi.
[Crediti | Link: Corriere della Sera]