Biella: protesta dei ristoratori per il coprifuoco in bar e pub

Biella: protesta dei ristoratori per il coprifuoco in bar e pub

A Biella i ristoratori non sono contenti di quanto stabilito nel nuovo DPCM e protestano contro il coprifuoco imposto a bar e pub. Le nuove disposizioni, messe in atto per porre un freno alla movida selvaggia, prevedono che ristoranti e bar debbano chiudere alle ore 24. Tuttavia, la chiusura viene anticipata alle ore 21 per quei locali che non hanno i posti a sedere in quanto dalle 21 in poi è vietato consumare in piedi o al bancone.

Stessa cosa all’esterno: dalle 21 in poi non si potrà più bere o mangiare in piedi fuori, davanti ai locali. Consentito, invece, l’asporto. Cosa che farà il furgoncino di Tony panini buoni: rimarrà aperto nel fine settimana nel piazzale della Provincia, ma solamente facendo da asporto. Antonio Filoni, proprietari del food truck e sindaco di Mongrando, ha spiegato che diventa complicato non poter più servire al bancone dalle ore 21 per una struttura come la sua. L’unica soluzione rimane l’asporto: le persone dovranno andare a mangiare in macchina o stando lontano dal furgone.

Filoni ha poi ammesso che non è pensabile poter mettere dei tavolini: a parte il fatto che gli toccherebbe dover pagare il suolo pubblico (con ulteriori spese che con questa crisi economica e fatturati ridotti non sono certo sostenibili), ecco che il tutto potrebbe andare avanti, ben che vada, solo per qualche settimana. Con l’abbassarsi delle temperature, infatti, non è per niente piacevole dover mangiare un panino stando seduti al freddo.

Alcuni locali che fatturavano soprattutto con gli aperitivi stanno modificando gli orari, mentre quelli che lavoravano soprattutto di notte stanno pensando di organizzarsi in una protesta comune. Francesco Pogni del Walhalla ha ricordato che la movida di Biella non è la stessa di Milano: prima delle 23 loro non lavorano, motivo per cui molti locali non stanno aprendo di settimana. E nel weekend si vedrà.

Sempre a Biella è stato poi annullato anche il Mercato europeo: nonostante fosse già stato organizzato tenendo conto del contingentamento degli ingressi e della misurazione della temperatura, a causa del nuovo DPCM non è stato più possibile farlo andare avanti.