Ricordate quando parlavamo del fatto che il settore della carne non carne fosse in crisi, con McDonald’s che aveva finito i test sul McPlant che nessuno voleva mangiare facendo crollare il titolo in Borsa e con la stessa Beyond Meat che aveva tagliato 200 posti di lavoro in quanto l’inflazione aveva fatto rallentare la domanda ci carne vegetale? Ebbene, adesso secondo il Ceo di Beyond Meat la crisi del settore della carne non carne non è una cosa poi così negativa per il mercato. Un inguaribile ottimista, non c’è che dire.
Perché la carne non carne non decolla?
Ethan Brown, questo il nome del Ceo di Beyond Meat, ha ammesso che l’inflazione sta danneggiando il settore della carne non carne. Il fatto è che queste carni finte costano di più e, a causa della crisi economica, i consumatori stanno cercando proteine a prezzi inferiori.
Però secondo Brown, questa fase di crisi farà sì che alcuni dei concorrenti più in crisi si ritireranno, dando la possibilità a chi rimarrà di consolidarsi. In pratica si tratta di avere un campo da gioco meno disordinato per poi riuscire a emergere sul medio termine.
Ma non è così facile. Il settore è molto instabile e Wall Street, per quanto riguarda Beyond Meat, sta ancora giocando al ribasso. Ken Goldman, analista di JP Morgan, non è altrettanto ottimista. Non vede tutta questa crescita, visto anche che la liquidtà è scesa a 390 milioni di dollari, mentre un anno fa era di 1,1 miliardi di dollari. Inoltre è probabile che, visto l’andamento attuale, la liquidità continuerà a scendere anche nel corso dei prossimi tre trimestri.
Secondo la direzione, le cose dovrebbero migliorare fra un anno o giù di lì, ma gli analisti sono dubbiosi: crederanno a quanto sostengono i manager solo quando avranno delle prove che testimonieranno che le loro previsioni sono più affidabili.
È vero: dopo il report diramato il 9 novembre, le azioni di Beyond Meat sono salite del 20% in due giorni, ma l’azienda non è fuori pericolo. In realtà il report del terzo trimestre è stato un disastro: la domanda della carne su base vegetale in generale e di quella di Beyond Meat in particolare sta precipitando perché i consumatori stanno optando per alternative meno costose rispetto alla carne vegetale.
Inoltre i costi di produzione per l’azienda sono ormai fuori controllo: i licenziamenti messi in campo potranno ridurre solo fino ad un certo punto le spese. Con meno margini di guadagno e i consumatori che si allontanano, l’azienda è costretta a tagliare i prezzi, ma questo vuol dire meno introiti. Insomma, è un serpente che si morde la coda.