La strada continua a essere in salita – e se è pur vero che, una volta conquistata la vetta, il panorama è generalmente migliore; è altrettanto vero che occorre avere le energie per arrivarci. Continua, in altre parole, il forte periodo di crisi di Beyond Meat, azienda nota soprattutto per i propri prodotti a base vegetale, che dopo aver registrato un forte calo delle vendite a causa delle tensioni inflattive (vien da sé, d’altronde, che con il portafoglio sempre più magro i consumatori tendano a migrare verso opzioni più economiche) si era già vista costretta a grossi tagli al personale: stando a quanto riportato dalle agenzie stampa, infatti, le azioni del brand sono crollate del 18% fino a nuovi minimi.
Beyond Meat e il periodo di crisi: la carne vegetale è una meteora?
A innescare un crollo di tale proporzioni sarebbero state le dichiarazioni della stessa azienda, che ha recentemente annunciato l’intenzione di vendere fino a 200 milioni delle proprie azioni per fare fronte a una forte mancanza di liquidità. Un effetto valanga, in altre parole: per estinguere un focolaio di crisi è necessario più denaro (che non c’è), e per ottenerlo si fanno danni ancora più ingenti.
Ciò che salta all’occhio è la caduta pressoché verticale delle azioni di Beyond Meat, passate da un massimo di 239 dollari nei mesi successivi al suo lancio sul mercato, nell’ormai lontano luglio 2019, all’attuale tasso di scambio a 10 dollari e 26 centesimi. Una crisi che si ripercuote anche sul bilancio aziendale, tant’è che il marchio ha registrato il suo quinto trimestre consecutivo in calo annuale.
Una parabola discendente che racconta di un fenomeno – quello della carne vegetale o, più in generale, dei prodotti a base vegetale – che ha avuto un fortissimo impatto iniziale sul mercato ma che, con il tempo, ha preso a sfrigolare e a spegnersi come un tizzone gettato in un secchio di acqua gelata. È bene notare, tuttavia, che a determinare questo crollo non c’è stata solamente l’incapacità – diversa dalla negligenza, beninteso – di prendere piede tra una fetta di consumatori più larga, ma anche una congiunzione di problemi economici che hanno squalificato i prodotti di questo genere dalla maggior parte dei carrelli della spesa.
Parliamo chiaro: con ogni probabilità gli stessi piani alti di Beyond Meat dovevano aspettarsi un ridimensionamento delle vendite dopo la partenza a razzo. La luna di miele giunge a un termine, la novità perde la sua aura fiammante, i consumi si contraggono – è normale. A incidere ancora di più sulla caduta, tuttavia, sono stati i sopracitati problemi economici, inflazione in primis, che hanno costretto i consumatori a optare verso opzioni più economiche dei sostituti vegetali della carne.