In casa Beyond Meat si continua a stringere i denti, a quanto pare. I rapporti più recenti, così come riportati dal The Guardian, raccontano di vendite crollate di quasi un terzo; ultimo tassello di un lungo periodo di crisi che diede i primi sintomi durante lo scorso ottobre, quando l’azienda – nota soprattutto per i propri prodotti a base vegetale – si vide costretta a tagliare duecento posti di lavoro. Con il passare del tempo il periodo di difficoltà parve aumentare di intensità facendo inabissare le azioni dell’azienda fino ai minimi storici, alimentando il sospetto che quella della carne vegetale fosse una meteora ormai destinata a spegnersi.
Beyond Meat e le difficoltà della carne vegetale
Quella di Beyond Meat è dunque una parabola dalla forte tendenza discendente, che racconta di una categoria di prodotti – le alternative a base vegetale, per l’appunto – che, dopo avere impattato con forza e decisione sul mercato internazionale, hanno subito un drastico ridimensionamento. Attenzione, però: tale ridimensionamento è almeno in parte imputabile alla congiunzione economica avversa, che ha fondamentalmente condannato i prodotti di questo genere, tendenzialmente più cari di prezzo rispetto ai loro colleghi “tradizionali”, a essere scelti solamente da chi poteva effettivamente permetterseli. Una fetta di pubblico, quest’ultima, che è andata progressivamente a restringersi con il galoppare dell’inflazione e il costo della vita in aumento.
Ma torniamo a noi – dati alla mano, Beyond Meat ha dichiarato che le sue vendite sono diminuite del 30,5% a 102,1 milioni di dollari (80 milioni di sterline) nel trimestre fino al 1° luglio, deludendo le aspettative degli analisti di settore. Le motivazioni sono grossomodo quelle che già vi abbiamo spiegato: in un comunicato stampa, l’azienda ha affermato di essersi trovata a fare i conti con “una domanda più debole nella categoria della carne a base vegetale, inflazione elevata, tassi di interesse in aumento e continue preoccupazioni sulla probabilità di una recessione”.
L’amministratore delegato dell’azienda, Ethan Brown, non si è per di più risparmiato di gettare un poco di ombra anche su avvenimenti e pratiche più ambigue che, nel tempo, avrebbero contribuito a insinuare dei dubbi nei consumatori circa la salubrità dei prodotti a base vegetale. “Questo cambiamento di percezione non è privo di incoraggiamento da parte di gruppi di interesse che sono riusciti a seminare dubbi e paure intorno agli ingredienti e al processo utilizzato per creare la nostra e altre carni a base vegetale” ha spiegato a tal proposito.
“Mentre guardiamo al futuro” ha poi continuato “rimaniamo fermi nella nostra convinzione che la carne di origine vegetale, e in particolare Beyond Meat, giocherà un ruolo importante nella risposta globale a una crisi climatica che sembra intensificarsi rapidamente, offrendo anche benefici per la salute al singolo consumatore”.