Bernard Arnault, un breve identikit: cofondatore, presidente, amministratore delegato e naturalmente proprietario del gruppo LVMH (Louis Vuitton, Moët Hennessy, Fendi, Bulgari, Dior e via dicendo, tanto per intenderci). Nazionalità francese, 73 primavere sul groppone. Altri segni particolari? Beh, è l’uomo più ricco al mondo. Stando alla classifica dei miliardari redatta da Forbes in tempo reale (attenzione: un click, questo, che potrebbe provocare fitte d’invidia e un po’ di bruciore di stomaco), infatti, l’imprenditore d’Oltralpe ha di recente scavalcato Elon Musk con un patrimonio personale che, al momento della stesura di questo articolo (4 di gennaio 2023), ammonta a circa 190,5 miliardi di dollari. E figuratevi che non gli è ancora arrivata la tredicesima.
Bernard Arnault e la sua passione per l’arte
Come brevemente accennato in apertura Arnault ha scavalcato l’ex uomo più del mondo, Mr. Twitter in persona Elon Musk, il cui patrimonio personale ha subito un brusco calo (ma non temete: siamo certi che non si troverà a bollire l’acqua per la pasta con il gas spento per far fronte al caro bollette): stando a quanto riportato da Reuters, infatti, le azioni di Tesla (che hanno di fatto perso oltre il 47% da quando Musk si è ficcato in testa di acquistare il social dall’uccellino blu) sono nuovamente scese del 2,7%.
Mors tua vita mea, in altre parole. Arnault si porta a casa il primato e non solo: l’imprenditore ha infatti anche di recente acquistato la Casa degli Atellani di Milano, con la Vigna di Leonardo apparentemente compresa. Eh sì, perché di fatto Arnault è forte anche di una grande fama come collezionista d’arte, tanto da contendersi il ruolo di mecenate più illuminato del Paese con François Pinault.
Tra i numerosi esempi ricordiamo di quando, in seguito all’incendio che ha divorato parte di Notre Dame nel 2019, stanziò una donazione di 200 milioni di euro; o più banalmente diamo un’occhiata alla lunga lista di grandi artisti coinvolti per collaborare con i brand appartenenti al gruppo LVMH.
Non ci sono notizie, tuttavia, circa la cifra stanziata dall’imprenditore francese per mettere a segno il suo colpo più recente, ossia il sopracitato acquisto della Casa degli Atellani; o su quali siano le sue intenzioni per il futuro della storica dimora quattrocentesca. I nostri lettori più attenti avranno per di più notato che non ci siamo particolarmente sbilanciati circa la Vigna di Leonardo: “A oggi, risulta vincolata soltanto una parte dell’immobile, esclusa è anche la Vigna di Leonardo” ha commentato a tal proposito il Sottosegretario per la Cultura Lucia Borgonzoni. “Gli Uffici del Ministero della Cultura valuteranno se vi siano i presupposti per l’estensione del vincolo. I margini di intervento del Ministero saranno oggetto di un attento studio, affinché questo straordinario patrimonio venga tutelato e valorizzato al meglio”.