Bere alcol nei voli a lungo raggio? Pessima idea: la scienza ci spiega perché

Pare che bere alcol durante (o prima) un volo a lungo raggio sia davvero una cattiva idea, specialmente se avete già problemi cardiorespiratori.

Bere alcol nei voli a lungo raggio? Pessima idea: la scienza ci spiega perché

È inutile prenderci in giro – la tentazione c’è, ed è naturale che ci sia. Immaginate: voi e la vostra dolce metà state volando verso le terre a stelle e strisce per coronare quel sogno di un roadtrip da una costa all’altra. Prossima fermata: l’aeroporto JFK della Grande Mela. Perché non brindare all’avventura con un calice di vino, o qualsiasi altro alcolico?

Con ogni probabilità, presi come sarete dall’entusiasmo per il viaggio, non avrete voglia di stare a sentire l’opinione di qualche scienziato guastafeste; ma è giusto notare che gli amici dell’Istituto di medicina aerospaziale di Colonia hanno un paio di consigli che vale la pena prendere in considerazione. E poi siamo certi che al JFK avrete tutto il tempo di brindare a dovere, no?

Perché bere alcol in volo fa male?

alcolici

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Thorax bere vino, birra o comunque una bevanda contenente dell‘alcol in ambienti ipobarici abbassa contemporaneamente i livelli di ossigeno e aumenta la frequenza cardiaca anche, o soprattutto, quando ci si sdraia per fare un pisolino. Il che, per ribadire la linea di onestà che abbiamo intentato in apertura di articolo, è inevitabilmente il passo successivo al sopracitato calice di vino: chi è in grado di rimanere sveglio dopo un cin-cin e un volo che dura dalle sei alle venti ore?

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E le brutte notizie, per così dire, non finiscono qui – bere prima del volo, anche solo l’equivalente di un paio di birre, innesca lo stesso picco gemellato e simultaneo di frequenza cardiaca e calo della saturazione visto nelle righe precedenti, a prescindere dall’età o dalla condizione dei soggetti.

La scoperta, come potrete immaginare, è particolarmente rilevate soprattutto per coloro che soffrono di disturbi di natura cardiaca o polmonare (o di entrambe, perché no): gli scienziati hanno sottolineato come le condizioni indotte dal consumo di alcol in occasione di un volo a lungo raggio, la percentuale che si verifichi un evento spiacevole – “evento cardiaco”, scrivono i ricercatori: aridi come sempre, nell’amore per la loro scienza – è naturalmente destinata ad aumentare.

Come notano i nostri amici di Colonia, il 58% delle deviazioni di volo o degli atterraggi di emergenza sono il risultato di attacchi di cuore; e a seconda del tipo di vulnerabilità sanitaria preesistente che state imbarcando con voi concedervi un whisky prima del volo (o durante, come abbiamo visto) potrebbe farvi ritrovare parte di quella spiacevole percentuale. Morale della favola? Meglio portarsi qualcosa da leggere per passare il tempo.