È morto Giuseppe “Beppe” Bigazzi, giornalista, gastronomo e dirigente d’azienda, conosciuto soprattutto per la sua partecipazione a “La prova del cuoco”, ai tempi di Antonella Clerici. Ad annunciare la scomparsa lo chef Paolo Tizzanini di Terranuova Bracciolini, Comune di origine di Bigazzi in provincia di Arezzo, dove era nato il 20 gennaio 1933.
Ma chi è Bigazzi, oltre la Prova del Cuoco? Bigazzi si laurea in Scienze Politiche all’Università “Cesare Alfieri” di Firenze con la votazione di 110 e lode e pubblicazione nel 1959. Si avvicina al mondo della gastronomia solo nel 1993, quando, andato in pensione dopo aver lavorato come dirigente per colossi come ENI (23 anni) Lanerossi, Gepi, Maserati, Innocenti, Tristotex e Agip, si dedica alle attività di scrittore, redattore ed esperto di cucina.
La sua esperienza in RAI comincia nell’ormai lontano 1995 con la rubrica “La borsa della spesa”, rubrica giornaliera del programma “Uno Mattina” di Rai Uno, che terrà fino al 2000. Nel frattempo tiene anche la rubrica “Luoghi di delizia” sul quotidiano “Il Tempo”, e nel 1997 pubblica il libro “La Natura come Chef”, con cui vince il premio “Verdicchio d’Oro”. Nel novembre 1998 pubblica “La Cucina Semplice dei Sapori d’Italia”, edito dall’Adn Kronos, con il quale si aggiudica il Premio Versilia 1999 dell’Associazione Italiana Sommeliers.
È però nell’ottobre del 2000 che comincerà il viaggio che gli darà la massima visibilità: “La prova del cuoco”, il cooking show in onda su Rai Uno dove affiancherà Antonella Clerici nella conduzione. Durante questa esperienza televisiva fece discutere la sospensione immediata dal programma nel 2010 a causa di un infelice proverbio di Bigazzi sui gatti.
Il conduttore, durante la puntata del 15 febbraio 2010 condotta da Elisa Isoardi, aveva citato il proverbio toscano: “a Berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto” (che significa letteralmente “il giovedì grasso chi non ha più carne da mangiare si ciba del gatto”). Una frase che si riferiva ovviamente a quando, in passato, in Italia ci si cibava di gatti per compensare la mancanza di proteine durante l’inverno. Bigazzi approfondì poi la questione spiegando in diretta come, un tempo, veniva tratta la carne del felino per migliorarne il sapore, sottolineando tra l’altro di averne già consumata. In seguito al licenziamento, Bigazzi si difese sottolineando di avere semplicemente rievocato una antica tradizione, una usanza.
Dal 2002 Bigazzi è anche docente di comunicazione mediatica nel Master “Le rotte del gusto” dell’Università di Siena, sede Arezzo. Diverse le onorificenze ricevute, tra le quali significativa quella, dal 1968, di Commendatore al merito della Repubblica Italiana.
Fonte Immagine: ANSA